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Non solo l’online, i casinò hanno cambiato anche il turismo

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Emozione e adrenalina legata al gioco, ma anche lusso e intrattenimento, gastronomia ed esperienze culturali, benessere e ospitalità. Può sembrare strano, ma i casinò di oggi sono tutto questo.

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Icone, simboli, attrazioni, hanno cambiato il turismo, ridisegnato itinerari di viaggi, modificato flussi. Contribuendo, ovviamente, all’economia locale. Negli ultimi 30 anni i casinò hanno visto una trasformazione senza precedenti, riuscendo a includere nella loro offerta non solo giochi innovativi, di nuova generazione, ma anche spettacoli, ristoranti di alta qualità, negozi di lusso, alberghi raffinati. Una parabola rappresentata bene da Las Vegas, famosa ormai non solo per i casinò ma anche per i resort di lusso, ma che accomuna anche i casinò italiani, come vedremo più avanti.

La scossa dell’online

Questo cambiamento, dicevamo, è qualcosa di recente, con una vera e propria impennata negli ultimi anni. Come si può spiegare questa rinnovata attenzione verso il gioco tradizionale? Quali sono i motivi di questo ritorno alle sale gioco di un tempo? Per gli esperti un ruolo chiave è giocato dalla rete. Negli ultimi anni, infatti, la diffusione dei migliori casinò online del circuito legale ha attratto un nuovo tipo di pubblico, spesso giovane, spesso di neo appassionati, che si avvicinavano per la prima volta a questa filiera.

Da lì il fenomeno si è ingigantito, soprattutto durante il periodo della pandemia, quando milioni di persone erano costrette in casa e l’online era l’unica soluzione per continuare a giocare. Ma ora che i lockdown sono finiti e che si può tornare a viaggiare liberamente ecco che i casinò tornano in auge e si presentano come volano di sviluppo anche per il turismo.

Gli esempi italiani

Prendiamo per un momento come esempio il caso italiano. Partiamo dal casinò di Campione d’Italia, l’exclave italiana in territorio svizzero. Fondato nel 1917 è stato il vero carro trainante dello sviluppo urbanistico del piccolo comune e dopo una chiusura per bancarotta è stato riaperto proprio nel post covid, nel 2022, puntando su una nuova gestione e sulla ricezione turistica.

Stessa cosa che avviene a Venezia, dove troviamo non un casinò qualsiasi ma il più antico del mondo. Fondato nel 1638 e situato in due sedi, Ca’ Vendramin Calergi sul Canal Grande e Ca’ Noghera vicino all’aeroporto, negli ultimi anni ha saputo combinare l’offerta di intrattenimento e di gioco a esperienze turistiche, gastronomiche e culturali. Come non citare poi il casinò di Sanremo, vera e propria calamita di migliaia di turisti sulla riviera ligure, oppure il casinò de la Vallée, a Saint-Vincent, in Valle d’Aosta, che ha saputo sfruttare le bellezze paesaggistiche per attirare nuovi utenti e visitatori.

Così facendo, comuni e territori magari fuori dai circuiti tradizionali riescono a ritagliarsi il loro spazio, a prendere la loro fetta di torta. Merito dei casinò, soprattutto di quelli che sono stati capaci a reinventarsi e a diversificare l’offerta. Solo così infatti è possibile resistere alla diffusione del gioco digitale. Un gioco che, però, non offre le stesse opportunità di quello fisico.



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