Questa mattina era previsto l’accesso ad un bene confiscato sito in Via dei Tribunali 30 angolo Via Atri nella città di Napoli, la visione del bene era finalizzato all’affidamento attraverso un Avviso Pubblico promosso dal Comune per progetti sociali realizzati da parte di associazioni.
Proprio durante l’ispezione ai suddetti locali, accompagnati come da protocollo dai dipendenti del Comune di Napoli, un nostro operatore insieme ad altri 2 volontari di altre associazioni, sono stati pesantemente minacciati da parte un soggetto qualificatosi come proprietario dell’immobile, vantando la sua esperienza carceraria oltre che l’affiliazione a clan camorristici ed intimando “di non presentarsi a richiedere l’immobile altrimenti si prevedevano disgrazie sui familiari degli operatori”.
Avvisate immediatamente le Forze dell’Ordine il soggetto veniva identificato
L’immobile rientra nel sequestro avvenuto nel 2010 dell’ingente patrimonio intestato a Luigi Barbuto e familiari, un patrimonio stimato di oltre 10 milioni di euro che includeva tra l’altro 8 appartamenti di pregio con arredi di lusso in zona Duomo oltre a svariati locali commerciali in Via dei Tribunali.
Barbuto esponente di spicco del clan Giuliano operante nel centro storico di Napoli, ha svariati precedenti di polizia per violazione legge armi e droga, tentata rapina, violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, favoreggiamento, rissa, ricettazione, possesso ingiustificato di valori e veniva condannato a oltre 15 anni di reclusione nel processo alla storica organizzazione camorristica del clan Giuliano.
“Con questi atteggiamenti se sperano di intimidirci o in qualche modo di fermarci” dichiara il Presidente regionale dell’associazione Centro Fiamma Antonio Arzillo.
E poi aggiunge: “Sbagliano ogni valutazione, non è la prima volta che ci troviamo a dovere affrontare situazioni di minacce o episodi di ritorsione, ma mai ci siamo intimoriti, anzi ancor di più abbiamo affrontato con maggior vigore ogni difficoltà che si presentava.
Avvisato dal mio operatore immediatamente ho avvisato il gabinetto della questura di Napoli ed in questi giorni provvederemo alle denunce di rito, resta il fatto che non si può consentire che personaggi del genere si presentano durante gli accessi ai beni, minacciando chi è interessato ad utilizzare beni definitivamente confiscati a favore della collettività, bisogna a questo punto anche capire se ci sono soggetti che informano questi “camorristi” di possibili associazioni interessate.”
Conclude Arzillo “di sicuro non ci fermeremo ed attiveremo tutti gli organi competenti”.
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