Si è spento questa mattina a Roma, all’età di 76 anni, il regista Salvatore Piscicelli. Figura riservata e personale, Piscicelli era un appassionato osservatore del lavoro altrui e un abile sperimentatore del linguaggio cinematografico, grazie alla sua formazione da critico.
Nato a Pomigliano d’Arco nel 1948, Piscicelli crebbe nella Napoli degli anni ’70, un periodo di grande fermento culturale. In questo contesto esordì dietro la macchina da presa nel 1976 con il documentario “La canzone di Zeza”.
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Il suo primo lungometraggio, “Immacolata e Concetta” (1979), fece scalpore per la sua storia d’amore tra due donne e lo consacrò come nome di riferimento del nuovo cinema italiano. Due anni dopo, con “Le occasioni di Rosa”, vinse il David di Donatello a Marina Suma come miglior attrice esordiente.
Piscicelli rimase sempre fedele ai suoi temi più profondi: la figura femminile, le contraddizioni dell’amore e della coppia. Tra i suoi film più noti ricordiamo “Regina” (1987), “Baby Gang” (1992), “Quartetto” (2001) e “Vita segreta di Maria Capasso” (2019).
Considerato un “maestro” da molti, tra cui Mario Martone e Paolo Sorrentino, Piscicelli era un artista schivo e restio ai compromessi commerciali. La sua scomparsa lascia un vuoto significativo nel panorama del cinema italiano.
Ecco alcuni dei suoi film più importanti:
Immacolata e Concetta (1979)
Le occasioni di Rosa (1981)
Blues metropolitano (1985)
Regina (1987)
Baby Gang (1992)
Quartetto (2001)
Alla fine della notte (2003)
La comune di Bagnaia (2005)
Vita segreta di Maria Capasso (2019)
Oltre ai film, Piscicelli ha scritto anche alcuni romanzi e sceneggiature.
La sua scomparsa rappresenta una perdita significativa per il cinema italiano. Era un regista unico, capace di raccontare storie profonde e complesse con uno stile sempre personale e originale.
Articolo pubblicato il giorno 21 Luglio 2024 - 21:40