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Liste d’attesa, specialisti ambulatoriali campani sul piede di guerra

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«È paradossale che da un lato la Regione Campania combatta l’autonomia differenziata, dall’altro non faccia nulla – o peggio favorisca – il proliferare di discriminazioni tra i pazienti».

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A denunciarlo sono i vertici del Sumai (sindacato degli Specialisti Ambulatoriali) in una nota indirizzata al presidente della Giunta Regionale Vincenzo De Luca.

Sono in particolare il vice presidente nazionale del Sumai, Gabriele Peperoni, e il segretario regionale Claudio Ussano, a fare proprie le istanze che provengono dai segretari provinciali Arturo Iannaccone, Nunzio Varricchio, Emilio Luigi Scalzone e Daniela Postiglione.

«La Direzione Generale Tutela della Salute e di Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale – dicono Peperoni e Ussano – disattende e, addirittura, invita le Aziende Sanitarie della Regione a non tener conto di quanto indicato nell’Accordo Integrativo Regionale.

Un comportamento inaccettabile che di fatto induce a violare gli accordi attuativi aziendali già sottoscritti e sospendere l’iter di quelli in procinto di essere firmati».

Il risultato di questo atteggiamento, denunciano dal sindacato, determina una palese discriminazione e disparità tra le varie Aziende Sanitarie regionali e tra coloro che vi lavorano.

Si mette in discussione l’attività degli Specialisti Ambulatoriali, Veterinari e altre professionalità, non permettendo il raggiungimento degli obiettivi fondamentali come l’abbattimento delle liste d’attesa, «per di più proprio all’indomani dell’approvazione alla Camera del Decreto sulle liste d’attesa».

Legge che ora prevede, tra l’altro, l’istituzione presso l’Agenas di una piattaforma nazionale per le liste d’attesa per monitorare i tempi di erogazione delle prestazioni. A rischio anche l’attività domiciliare, il lavoro nelle zone disagiate, le prestazioni protesiche ed ortesiche.

Ma anche, i programmi e progetti finalizzati per patologie specifiche, l’istituzione delle Aggregazioni funzionali territoriali specialistiche, la programmazione e l’organizzazione delle case della salute a cui le AFT sono propedeutiche e la trasmissione dei flussi informativi.

Critica anche la situazione che riguarda il software per la compilazione del Fascicolo Sanitario Elettronico che «secondo indecifrabili logiche, è diverso per ogni Azienda Sanitaria, ostacolando di fatto che il sistema consenta un “dialogo” informatico tra le diverse strutture, al punto da impedire che un sanitario che opera all’interno di una struttura possa avere accesso al sistema in uso presso altra Azienda».

Gli Specialisti Ambulatoriali chiedono su questi temi un immediato cambiamento di rotta e sono pronti a dichiarare lo stato di agitazione. «Non permetteremo che i cittadini campani debbano subire la discriminazione di un sistema che, nella stessa regione, crea pazienti di serie A e pazienti di serie B», concludono Peperoni e Ussano.


Articolo pubblicato il giorno 25 Luglio 2024 - 14:47


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