Marcianise. La multinazionale americana Jabil conferma la sua intenzione di chiudere lo stabilimento produttivo di Marcianise entro marzo 2025.
Per questo motivo, l’unica ipotesi concreta sul tavolo è la cessione del sito e dei 419 dipendenti in organico ad una nuova società nata dalla partnership tra Tme di Portico di Caserta e Invitalia.
Questa soluzione, definita “piano di mitigazione” dalla legge 234 del 2021, è stata discussa ieri durante un’assemblea tenutasi nello stabilimento di Marcianise, alla presenza dei segretari nazionali dei sindacati dei metalmeccanici.
Le perplessità dei lavoratori
Tuttavia, sindacati e lavoratori non nascondono le loro perplessità su questo piano.
“Se potessero scegliere,” spiega un sindacalista, “i lavoratori non accetterebbero alcuna ipotesi di ricollocazione in altre aziende diverse da Jabil. Abbiamo già visto cosa è successo con i dipendenti passati in aziende come Softlab e Orefice, la cui situazione è molto difficile.”
Inoltre, c’è il dubbio che lo stabilimento, non sostenibile per Jabil, possa esserlo per una realtà aziendale più piccola come quella che nascerebbe dalla collaborazione tra Tme e Invitalia.
Le alternative e i prossimi passi
La legge 234 offre a Jabil due opzioni: pagare penali per lasciare l’Italia o presentare il piano di mitigazione.
Al momento, sindacati e lavoratori non si pronunciano sul piano, in attesa di garanzie certe su alcuni aspetti fondamentali, come la quota di commesse che Jabil lascerebbe alla nuova società.
L’obiettivo rimane quello di convincere Jabil a restare o a presentare soluzioni con prospettive future concrete a lungo termine. Il prossimo 23 luglio è previsto un nuovo incontro al Mimit a Roma per discutere la vertenza.
Rimane alta la tensione tra lavoratori e azienda, con il futuro incerto per i 419 dipendenti dello stabilimento di Marcianise.
Articolo pubblicato il giorno 16 Luglio 2024 - 14:37