Avellino. Due degli imprenditori coinvolti nell’inchiesta “Dolce Vita” per corruzione hanno respinto le accuse di aver dato tangenti all’ex sindaco di Avellino, Gianluca Festa, e all’architetto Fabio Guerriero.
I due, interrogati dal Gip Giulio Argenio, hanno negato di aver mai ricevuto richieste di denaro da Guerriero per poi girarle a Festa.
Le loro dichiarazioni contrastano con le intercettazioni telefoniche che, al momento, sono l’unica prova a sostegno dell’accusa.
Gli imprenditori, insieme ad un terzo indagato che si è avvalso della facoltà di non rispondere, si erano aggiudicati appalti per lavori di riqualificazione edilizia a Bellizzi e per la Porta Est di Avellino.
Intanto, il Riesame ha fissato al 23 luglio l’udienza per Guerriero, che come Festa aveva rinunciato a deporre nell’interrogatorio di garanzia.
“Intercettazioni fumose”, la difesa degli imprenditori
Nel corso dell’interrogatorio, la difesa degli imprenditori ha depositato memorie difensive in cui si sottolinea la “fumosità” delle intercettazioni.
Secondo i legali, le conversazioni telefoniche non sarebbero sufficienti a dimostrare la sussistenza del reato di corruzione.
L’inchiesta “Dolce Vita”
L’inchiesta “Dolce Vita” è stata avviata dalla Procura di Avellino che ipotizza un giro di tangenti per appalti pubblici a Avellino.
Nell’ambito dell’inchiesta, oltre a Festa e Guerriero, sono indagati altri imprenditori e professionisti. I reati contestati sono, a vario titolo, corruzione, turbativa d’asta, associazione a delinquere e falso.
Le prossime mosse
Il 23 luglio si terrà l’udienza al Riesame per Guerriero, mentre per Festa è già stata fissata un’udienza per il 26 luglio. Si attendono nuovi sviluppi nelle prossime settimane, con l’acquisizione di ulteriori elementi di prova e le decisioni dei giudici.
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