“Questa è una tragedia annunciata”. Lo ha detto oggi in un’intervista al QN don Maurizio Patriciello, il sacerdote simbolo delle periferie campane che commenta, dalla sua chiesa di Caivano, la tragedia della Vela celeste di Scampia.
Secondo il sacerdote si poteva fare tanto. “Tantissimo. Errori in sequenza ininterrotta. Come si è potuto pensare di ammassare migliaia di famiglie in un’area priva di servizi, dentro un progetto fallimentare sin dalla sua concezione?
Persino la beffa delle passerelle che dovevano richiamare i vicoli di Napoli. Come quella che è crollata”.
E tutto è accaduto proprio nella Vela celeste, quella in ristrutturazione che sarà salvata. “Io queste Vele le abbatterei tutte. Compresa l’azzurra. Come può diventare l’icona della riqualificazione dopo la tragedia? Naturalmente sperando che il bilancio di morte non si aggravi”, aggiunge.
“Basta costruire città fatte di isole separate. Perché anche i quartieri modello, dove abitano ricchi o benestanti, a modo loro sono ghetti. Le città vanno ripensate e mescolate.
Ma dobbiamo agire. Altrimenti le contraddizioni delle periferie esploderanno. Perché una società che esclude sistematicamente i poveri prima o poi paga dazio. A Caivano lo Stato ha reagito.
Auspico che a ogni tragedia del degrado corrisponda una reazione mirata per prassi costante”.
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