I comuni italiani fanno progressi sulla raccolta differenziata dei rifiuti. Quelli del Nord sono più avanti, ma quelli del Sud stanno recuperando il tempo perduto.
I più virtuosi però sono i piccoli comuni, quelli sotto i 5.000 abitanti. Il quadro emerge dal 31esimo rapporto “Comuni Ricicloni” di Legambiente, la ricerca annuale che analizza l’impegno dei comuni italiani nella raccolta differenziata.
L’associazione ambientalista definisce “Comune Riciclone” quello che mantiene la produzione pro capite di rifiuto indifferenziato al di sotto dei 75 chili per abitante all’anno.
Nel 2023, le amministrazioni locali premiate con questo riconoscimento sono state 698, l’11% in più delle 629 del 2022. Il Nord Italia si conferma all’avanguardia, con 434 comuni virtuosi, ma il Sud rimonta alla grande, arrivando a 231 comuni, il 23,8% in più rispetto al 2022.
Ancora fermo è il Centro, con 33 comuni: lo scorso anno erano 30. I migliori nella gestione dei rifiuti urbani si confermano i comuni sotto i 5.000 abitanti: sono ben 450 sul totale dei Comuni Ricicloni.
Nella classifica, quelli tra i 5.000 e i 15.000 abitanti sono 196, quelli oltre i 15.000 e i capoluoghi sono 148. In testa, anche in questa edizione, sono i comuni del Nordest: Treviso, Belluno, Trento e Pordenone.
Fra le regioni, il Veneto si conferma primo in classifica per numero di comuni virtuosi (173), seguito dalla Lombardia (101, +27 rispetto alla scorsa edizione) e dalla Campania (83, +22 rispetto alla scorsa edizione).
Registrano una crescita anche la Sardegna (+18) e l’Abruzzo (+9). Arretrano invece il Trentino-Alto Adige (-9) e il Piemonte (-10). Sono 10.309.187 i cittadini il cui servizio di gestione dei rifiuti urbani è organizzato a livello consortile e ha raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata.
A riprova di un modello funzionale ed efficiente, nelle classifiche sono ben 13 i consorzi Rifiuti Free che hanno contenuto la produzione dei rifiuti avviati a smaltimento entro i 75 chili per abitante all’anno.
“I nuovi dati ci riconfermano come sia indispensabile puntare sulle grandi città, dove stentano a diffondersi sistemi di raccolta (come il porta a porta) che tengono insieme qualità e prevenzione dei rifiuti avviati a smaltimento – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente -.
Occorre rafforzare l’organizzazione a livello consortile, per un’adeguata e capillare rete impiantistica per il riciclo e il trattamento dei rifiuti”.
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