Impennata di suicidi nelle carceri italiane nel 2024. Secondo il report aggiornato del Garante nazionale delle persone private della libertà personale, sono 50 i detenuti che dall’inizio dell’anno e fino al 5 luglio si sono tolti la vita: un dato più elevato rispetto allo stesso mese del 2023 e 2022, in cui si registrarono 34 suicidi, con un aumento quindi di 16 decessi. Dei reclusi morti per suicidio, 48 erano uomini e 2 donne. Riguardo alla nazionalità, 27 erano italiani e 23 stranieri, provenienti da 15 diversi Paesi. L’età media di chi si è suicidato è di circa 39 anni: quasi la metà (24) aveva tra i 26 e i 39 anni, mentre 12 avevano tra i 40 e i 55 anni.
In base all’analisi della posizione giuridica, delle 50 persone che si sono tolte la vita quest’anno 20 erano state giudicate in via definitiva e condannate (40%) mentre quasi altrettanti (19) erano ancora in attesa di primo giudizio. La maggior parte era accusata o era stata condannata per reati contro la persona (27, pari al 52%), nello specifico 10 per omicidio (tentato o consumato), 8 per maltrattamento in famiglia e 4 di violenza sessuale.
A seguire i reati contro il patrimonio (16) e per droga (4). È stata quindi analizzata la durata della permanenza presso l’istituto nel quale è avvenuto l’evento: 26 persone, pari al 52%, si sono suicidate nei primi sei mesi di detenzione, di cui 6 entro i primi 15 giorni e 3 addirittura entro i primi 5 dall’ingresso. Il focus ha anche rilevato la presenza di eventuali fattori indicativi di fragilità o vulnerabilità. Sotto questo aspetto, la lettura dei dati ha fatto emergere che 25 persone (pari al 50%) erano coinvolte in altri eventi critici e di queste 13 (ossia il 26%) avevano precedentemente messo in atto almeno un tentativo di suicidio. Inoltre, 12 persone (ossia il 24 % dei casi) erano state sottoposte alla misura della ‘grande sorveglianza’ e di queste 4 lo erano anche al momento del suicidio.
Nel complesso, gli istituti in cui si sono verificati i suicidi sono 37 (pari al 19,48% del totale delle strutture penitenziarie): 31 case circondariali e 6 case di reclusione. Le strutture più coinvolte sono Napoli Poggioreale e Pavia, entrambe con tre suicidi. Seguono Cagliari, Genova Marassi, Roma Regina Coeli, Sassari, Teramo, Torino, Verona e Parma, tutte con due suicidi. In generale – conclude lo studio -, le sezioni maggiormente interessate sono quelle a custodia chiusa, con 44 casi (pari all’88%), mentre in quelle a custodia aperta sono stati registrati 6 casi (pari al 12%).
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