Un uomo di 81 anni, Vincenzo Urbisaglia, si è tolto la vita impiccandosi nella cella del carcere di Potenza, dove era detenuto da pochi giorni. L’uomo era accusato dell’omicidio della moglie, Rosetta Romano, 73enne, avvenuto a Maschito (PZ) il 29 giugno scorso.
Si tratta del 55esimo caso di suicidio di un detenuto in Italia nel 2024, un dato allarmante che ha spinto il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria (Spp), Aldo Di Giacomo, a lanciare un duro j’accuse contro il sistema carcerario e le politiche del Governo.
Di Giacomo sottolinea le fragili condizioni psichiche dell’uomo, evidenziando l’inadeguatezza del carcere come luogo di detenzione in simili casi. Paragona la situazione a quella di un altro detenuto, reo di omicidio stradale senza patente ma ai domiciliari, definendo l’Italia “un Paese di controsensi”.
Il sindacalista denuncia l’abbandono in cui versano le carceri italiane, definite “al peggior momento nella storia della Repubblica”, con una politica incapace di affrontare le criticità del sistema. Di Giacomo lamenta la mancanza di rispetto per la vita umana e le condizioni disumane a cui sono sottoposti sia i detenuti che gli agenti penitenziari.
Ritenendo il decreto “carcere tutto come prima” del Consiglio dei Ministri del tutto inefficace, Di Giacomo prevede un’estate di “rivolte, fughe di massa e vite spezzate”, definendo il suicidio di Potenza come la risposta a un provvedimento inutile.
Il sindacato chiede dimissioni immediate per il Ministro Nordio e il Sottosegretario Del Mastro, auspicando soluzioni concrete per le carceri italiane.
Articolo pubblicato il giorno 8 Luglio 2024 - 13:23