Jonathan Rea, originario dell’Irlanda del Nord, è senza dubbio il pilota più vittorioso nella storia della Superbike World Championship. La sua straordinaria carriera ha visto un dominio senza precedenti, culminato in sei titoli mondiali consecutivi dal 2015 al 2020, tutti in sella alla Kawasaki ZX-10R del team Kawasaki Racing. Rea ha dimostrato una costanza e una capacità di adattamento eccezionali, accumulando record su record.
Nel 2019, ha raggiunto un punteggio impressionante di 663 punti, stabilendo un nuovo standard di eccellenza nella competizione. La sua abilità di guida, combinata con una meticolosa preparazione e una mentalità vincente, ha fatto di lui una leggenda vivente nel mondo delle corse motociclistiche. Rea non solo ha riscritto il libro dei record della SBK, ma ha anche ispirato una nuova generazione di piloti, stabilendo un’eredità che sarà difficile eguagliare.
Oltre a scoprire i piloti e la storia che ha reso grande questo sport consigliamo di rimanere aggiornato sul campionato mondiale della Superbike 2024 che rivelerà, sicuramente, grandi sorprese in classifica.
Gli inizi della Superbike e l’era Ducati
Il campionato inaugurale del 1988 vide il pilota statunitense Fred Merkel emergere come il primo campione del mondo, accumulando 99 punti in sella alla sua Honda RC30, sotto la squadra italiana RCM-Oscar Rumi. Merkel riuscì a ripetersi l’anno successivo, confermando la sua superiorità e quella della sua moto giapponese con un totale di 272 punti.
Gli anni ’90 segnarono l’inizio di un’era di dominio per la Ducati. Il francese Raymond Roche portò la Ducati 851 alla vittoria nel 1990 con 391 punti, sotto la guida della squadra italiana Corse Ducati Lucchinelli. Questo successo fu seguito dall’impressionante prestazione dello statunitense Doug Polen, che vinse il campionato nel 1991 con 432 punti e nel 1992 con 371 punti, guidando la Ducati 888 del team Fast by Ferracci.
Nel 1993, lo statunitense Scott Russell interruppe temporaneamente l’egemonia Ducati vincendo con la Kawasaki ZXR 750 del team Kawasaki Muzzy, ma il britannico Carl Fogarty riportò Ducati sul trono mondiale nel 1994 e 1995, guidando rispettivamente la Ducati 916 e 916, accumulando 305 e 478 punti.
La rinascita della Honda
La seconda metà degli anni ’90 ha, invece, visto l’ascesa degli australiani Troy Corser e Troy Bayliss. Corser vinse il suo primo titolo nel 1996 con 369 punti sulla Ducati 916, e Bayliss replicò nel 2001 con 369 punti sulla Ducati 996 R. Tra di loro, nel 1997, lo statunitense John Kocinski si aggiudicò il titolo con la Honda RC45 del team Castrol Honda, accumulando 416 punti.
Nel 1998 e 1999, Carl Fogarty è tornato a dominare con la Ducati 996, totalizzando 351,5 e 489 punti rispettivamente. Il nuovo millennio vide il trionfo di Colin Edwards con la Honda VTR 1000 SP nel 2000 e 2002, con punteggi di 400 e 552, rispettivamente, interrotto solo da Troy Bayliss nel 2001.
Gli anni 2000 sono stati anni caratterizzati da una competizione intensa tra piloti britannici e motociclette giapponesi. Neil Hodgson vince nel 2003 con la Ducati 999 F03, e James Toseland replica nel 2004 con la Ducati 999 F04. Nel 2005, l’australiano Troy Corser torna alla ribalta con la Suzuki GSX-R1000 K5, accumulando 433 punti. Troy Bayliss vince di nuovo nel 2006 e 2008, mentre Toseland conquista il titolo nel 2007 con la Honda CBR 1000RR. Ben Spies, pilota statunitense, vince nel 2009 con la Yamaha YZF-R1.
Il 2021 ha visto un cambio di guardia con il turco Toprak Razgatlıoğlu che ha conquistato il titolo con 564 punti, guidando la Yamaha YZF-R1 del team PATA Yamaha with Brixx. Nel 2022, lo spagnolo Álvaro Bautista riportò Ducati al vertice con 601 punti, in sella alla Panigale V4 R del team Aruba.it Racing Ducati.
Articolo pubblicato il giorno 29 Luglio 2024 - 23:01