Napoli. Un detenuto del carcere di Secondigliano è stato condannato a un anno di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali, per aver nascosto un microcellulare nell’ano. La sentenza è stata emessa questa mattina dal Tribunale di Napoli.
L’uomo, già detenuto, era stato arrestato venerdì scorso all’arrivo nel carcere di Secondigliano. Durante la regolare perquisizione, il suo comportamento ha insospettito il personale di Polizia Penitenziaria che, con l’ausilio del metal detector, ha scoperto il telefono cellulare nascosto nelle sue parti intime. Il telefonino era completo di SIM e caricabatterie.
“Ancora una volta il personale di Polizia Penitenziaria di Secondigliano, in questo caso al reparto accettazione, ha dimostrato grande professionalità, nonostante le evidenti difficoltà legate alla carenza di organico”, ha commentato il Segretario Generale Aggiunto del Si.N.A.P.Pe., Luigi Vargas.
“Le donne e gli uomini del Corpo sono quotidianamente impegnati nel contrasto all’introduzione di telefoni cellulari e droga nelle carceri per adulti e minori”, ha ribadito il Segretario Regionale, Pasquale Gallo.
Nonostante la recente introduzione nel Codice Penale di un reato specifico per l’ingresso e la detenzione illegale di telefoni nei penitenziari, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra diminuire.
I sindacati del Si.N.A.P.Pe. propongono soluzioni drastiche come la schermatura delle sezioni detentive, delle celle e degli spazi adibiti a detenzione, per impedire l’utilizzo di telefoni cellulari e smartphone da parte dei detenuti.
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