Salerno. Un anno e mezzo fa, la vita di Annamaria, una donna della provincia di Salerno, era stata sconvolta da una diagnosi di fibromialgia grave: aveva perso l’uso delle gambe ed era dipendente dagli altri per le minime necessità quotidiane.
Ma la speranza non l’ha mai abbandonata e, grazie all’incontro con il dottor Paolo Moscato, Responsabile dell’Ambulatorio di Reumatologia dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, ha finalmente ricominciato a camminare.
“Quando sono arrivata dal dottor Moscato per la prima volta ero distrutta – racconta Annamaria – immobilizzata, con dolori lancinanti e senza più speranza. Non credevo che la cannabis potesse aiutarmi”.
Eppure, già dopo sei mesi di terapia con cannabis terapeutica, i primi miglioramenti sono arrivati. “All’inizio assumevo solo una goccia al giorno – spiega – poi gradualmente sono arrivata a 20 gocce.
Il dolore si è attenuato sempre di più, ho ripreso a regolarizzare le funzioni intestinali e un giorno, con l’aiuto delle stampelle, sono riuscita ad alzarmi in piedi da sola, senza la sedia a rotelle”.
Il dottor Moscato è entusiasta dei progressi di Annamaria: “La cannabis terapeutica ci stupisce sempre di più – afferma – sappiamo che agisce su alcuni recettori del cervello e dell’intestino, modulando il dolore. Ma quello che mi meraviglia di più è il vigore e la forza che emergono in questi pazienti, insieme al recupero della motilità”.
“Oltre ad Annamaria – continua il dottor Moscato – ho avuto in cura altri due pazienti con fibromialgia che, dopo l’assunzione costante di cannabis, sono riusciti a tornare a camminare. La ricerca scientifica in questo campo è ancora in corso, ma i risultati sono incoraggianti.
La cannabis rappresenta una speranza per molti pazienti affetti da fibromialgia, una malattia debilitante che in alcuni casi può essere tenuta sotto controllo con i cannabinoidi”.
La storia di Annamaria è un messaggio di speranza per chi soffre di fibromialgia. Dimostra che, anche di fronte a diagnosi difficili, non bisogna mai perdere la speranza e che la ricerca scientifica può offrire nuove armi per combattere il dolore e migliorare la qualità della vita.
Articolo pubblicato il giorno 26 Giugno 2024 - 16:19