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Perizia psichiatrica per Alessandro Impagnatiello

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La Corte d’Assise di Milano ha disposto una perizia psichiatrica su Alessandro Impagnatiello, imputato per l’omicidio pluriaggravato della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi. Il prossimo 27 giugno, la presidente Antonella Bertoja conferirร  l’incarico al perito, uno psichiatra forense.

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L’accertamento richiesto dai giudici dovrร  valutare la presenza di un disturbo della personalitร  nel 31enne, come indicato dalla consulenza difensiva condotta dalle avvocate Samanta Barbaglia e Giulia Geradini.

Qualora il perito nominato dalla corte confermasse questa diagnosi, potrebbe essere riconosciuta una circostanza attenuante generica. รˆ meno probabile che venga riconosciuto un vizio parziale o totale di mente che influisca sulla capacitร  di intendere e di volere al momento del fatto.

Lo smascheramento da parte delle due donne con cui aveva relazioni parallele ha provocato in Alessandro Impagnatiello “un vero e proprio psicotrauma, una ferita narcisistica estremamente potente. Si รจ trovato scoperto rispetto a tutto questo piano che aveva elaborato”, ha dichiarato in aula lo psichiatra Raniero Rossetto, incaricato della consulenza difensiva sull’ex barman.

Lo psichiatrica che lo ha visitato: “Uno scacchista che deve dominare tutto”

“Nel primo colloquio mi ha descritto l’immagine della scacchiera. Si sentiva lo scacchista che doveva tenere sotto controllo tutti i movimenti della scacchiera e lo faceva con le bugie”. Di fronte allo smascheramento, “ha perso un po’ il senso della realtร . Non parlo di capacitร  o incapacitร  di intendere e di volere, perchรฉ non siamo in ambito peritale. Perรฒ questo รจ successo. รˆ il cosiddetto ‘delirio lucido’: anche chi delira puรฒ essere lucido”.

Anche la somministrazione di veleno alla vittima “puรฒ certamente rientrare in un piano criminoso lucido”. Secondo lo psichiatra, Impagnatiello non avrebbe tuttavia “progettato di eliminare Giulia” e nel suo “piano criminoso” non era prevista “una difesa post omicidiaria”.

Con il veleno, di cui tuttavia l’imputato non ha mai parlato con i consulenti, “mirava a sopprimere il feto, che rappresentava una variabile nella sua scacchiera, non tanto per motivi economici quanto per il suo stato mentale.

La cosa che a un certo punto non riusciva a controllare era proprio il nascituro”. La psicologa Silvana Branciforti, che gli ha somministrato i test per la consulenza, ha parlato di “un disturbo della personalitร  di tipo paranoide” con “una componente ossessiva”.

@riproduzione riservata


Articolo pubblicato il giorno 10 Giugno 2024 - 17:24


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