E’ diventata definitiva la condanna a 9 anni e 6 mesi di carcere per Michele Antonio Gaglione responsabile della morte della sorella Paola Gaglione.
L’accusa nei suo confronti è di omicidio preterintenzionale e la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dal suo avvocato.
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La notte tra l’11 e il 12 settembre 2020 la ragazza era sullo scooter con il suo compagno trans Ciro Migliore. I due furono inseguiti da Michele Antonio Maglkione che osteggaiva la relazione della sorella con Ciro.
Lo scooter con i due ragazzi in sella usciì di strada a causa di un tamponamento da parte del fratello e Paola perse la vita perché si schiantò con la testa contro un tubo di irrigazione che era nel terreno adiacente alla strada.
Antinoo Arcigay Napoli esprime “piena soddisfazione” in merito al rigetto del ricorso. “La vicenda processuale che ha visto Gaglione Michele imputato dell’omicidio preterintenzionale in danno della sorella Paola e delle lesioni gravi in danno di Ciro è giunta al termine: i giudici hanno stabilito che questo drammatico fatto ha avuto, tra i suoi moventi, un acceso odio transfobico che ha portato il giovane Michele a compiere un gesto insano ed estremo.
Il vero sconfitto di questa vicenda è l’amore tra due persone che lottava contro ogni discriminazione, ogni ostacolo, ogni disagio sociale ed economico. E la forza di quell’amore resta come monito per chi oggi vive al Parco Verde di Caivano”, è il commento dell’avvocato Giovanni Paolo Picardi, che ha assistito Ciro Migliore per la parte civile del processo.
Soddisfatta della decisione della Suprema Corte anche Daniela Lourdes Falanga, all’epoca dei fatti presidente di Antinoo Arcigay Napoli e oggi Delegata alle politiche trans della medesima associazione: “Avevamo ragione e dovevamo intervenire. Lo si può confermare inequivocabilmente. Si chiude un grave capitolo della storia della mia presidenza ad Antinoo Arcigay Napoli.
Si tratta di uno dei fatti di cronaca più gravi, in merito alla popolazione LGBT, a cui l’Italia abbia assistito, e il mio intervento fu cruciale per definire la pista a sfondo transfobico. Non lasciai un solo momento Ciro, annientato, allora, dalla morte di Maria Paola e dall’atteggiamento immediatamente ostracista di media e personaggi di potere di Caivano.
Noi eravamo parte civile e abbiamo difeso Ciro senza tregua, e la memoria di un amore drammaticamente mutilato per ragioni chiarite. Ormai siamo sul territorio e restiamo fermi nell’idea di presiederlo con qualsiasi azione possa neutralizzare una cultura violenta, sessista ed eteropatriarcale.
Possiamo rispondere, in maniera definitiva, pure a chi, come don Patriciello, in tono paternalistico, ha deliberatamente voluto sminuire il portato omotrasfobico della vicenda”.
Infine l’avvocato Mara Biancamano
, legale di riferimento di Antinoo Arcigay Napoli, ha così commentato la notizia: “La sentenza di condanna definitiva non solo punisce un crimine orribile, ma spero costituisca deterrente dal commettere crimini d’odio verso le persone trans e ispirazione per le famiglie che possano accogliere i propri figli e figlie transgender ed accompagnarli nel percorso verso la felicità e serenità.La corte ha altresì condannato l’imputato al risarcimento del danno in favore delle costituite parti civili e, cioè, Ciro Migliore e l’associazione Antinoo Arcigay Napoli, riconoscendo il movente transfobico nell’omicidio.
Antinoo Arcigay Napoli ha contribuito al raggiungimento di questo risultato importante per la memoria di Maria Paola e si adopererà per ottenere un risarcimento del danno. Il ricavato sarà utilizzato per continuare la lotta contro tutte le tipologie di discriminazioni e violenze basate sull’omobilesbotransfobia”.
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