Napoli. Imprenditore edile ai domiciliari per disastro ambientale a Napoli: seppelliti 250mila tonnellate di rifiuti in un’ex cava. L’indagine di Carabinieri, dalla Polizia Locale.
L’uomo, B.S. già noto alle forze dell’ordine per vicende simili, è accusato di aver seppellito illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti, tra cui amianto, nell’ex cava Suarez dismessa all’interno del Parco Metropolitano delle Colline di Napoli.
Le indagini, condotte dalla Procura della Repubblica – Sezione V “Ambiente Edilizia Urbanistica” e supportate da accertamenti dell’ARPA Campania e da una consulenza tecnica di una geologa ambientale, hanno rivelato che l’imprenditore, nel corso degli anni, ha realizzato una vera e propria discarica abusiva all’interno dell’ex cava Suarez.
Si stima che l’uomo abbia smaltito illecitamente tra i 146.000 e i 176.000 metri cubi di rifiuti, pari a circa 250.000 tonnellate, tra cui notevoli quantità di amianto frantumato. Per avere un’idea della vastità dello scempio, basti pensare che il volume dei rifiuti smaltiti è equivalente a un edificio di 90 metri per 90 metri e alto 7-8 piani.
L’operazione di smaltimento illegale ha provocato un grave inquinamento dell’area e ha messo a rischio la salute di un numero considerevole di persone, trattandosi di una zona densamente popolata.
Oltre agli arresti domiciliari, all’imprenditore sono stati sequestrati autocarri, macchine per il movimento terra e una delle sue società, beneficiaria delle condotte illecite, è stata interdetta dall’esercizio dell’attività imprenditoriale.
L’imprenditore era già stato rinviato a giudizio per l’omessa bonifica della stessa cava, ordinata sia dal Comune di Napoli che dal giudice penale, e aveva già subito un sequestro di tre milioni di euro per non aver provveduto al ripristino dell’area da almeno cinque anni.
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