Stefania Russolillo, accusata dell’omicidio della 72enne Rosa Gigante, madre del noto salumiere tiktoker Donato Di Caprio ha fornito una confessione scioccante ma frammentaria durante il processo in Corte d’assise.
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La vittima, fu uccisa il 18 aprile 2023 nel quartiere Pianura. Russolillo, 48 anni, ha dichiarato: “Le ho dato una spinta, l’ho sbattuta sul muro. Lei è caduta verso la televisione, i piedi in direzione della porta.
L’ultima scena che ricordo è quella di lei che cerca di rialzarsi. Poi più nulla. Buio totale”.
Nonostante l’accusa sostenga che Gigante sia stata strangolata con un tubicino dell’aerosol, Russolillo afferma di non ricordare questo dettaglio.
Interrogata dal pm Maurizio De Marco, che rappresenta l’accusa, Russolillo ha risposto con apparente tranquillità. Ha descritto i suoi rapporti con la vittima come “tranquillissimi”, senza mai un litigio.
Il giorno dell’omicidio, Gigante le aveva chiesto notizie delle bollette non recapitate, sospettando Russolillo di averle trattenute. Da questo confronto è scaturita una colluttazione.
Russolillo ha raccontato: “Mi disse: ‘Niente ancora posta?’. Risposi di no. E lei, a un tratto: ‘Ma non è che sei proprio tu?’. Rimasi sbalordita.” La colluttazione è degenerata quando la vittima l’ha graffiata. “Le gettai un oggetto, non ricordo quale. Tentavo di difendermi, all’ultimo le ho dato una spinta e lei è caduta verso la televisione. L’ho sbattuta sul muro.”
L’imputata, come riportato da Il Mattino e dall’edizione napoletana di Repubblica, non ricorda di aver strangolato la vittima, né di aver portato via soldi o la fede nuziale. Ha negato di aver rovistato nei cassetti dell’appartamento, di aver preso 150 euro o di aver tentato di dare fuoco al corpo della vittima. “Chi l’ha strangolata?”, le chiede il pm. “Se sono stata io, non lo ricordo.”
Russolillo ha ricordato di essere tornata a casa e di aver confessato al compagno: “Ho fatto un guaio, ho ucciso la signora Rosa.” Lui, incredulo, ha reagito: “Ma che hai fatto? Sei pazza?”
Russolillo, invalida al cento per cento e in cura presso un centro di salute mentale, ha dichiarato di assumere farmaci psichiatrici in dosi superiori a quelle consigliate all’epoca dei fatti.
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