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Ischia, Gennaro Savio: “Si individuano e si condannino le responsabilità della tragedia sfiorata al Rizzoli”

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Ischia. La notizia fortunatamente è che la tragedia è stata solo sfiorata e che sotto parte del solaio e della controsoffittatura crollati ieri pomeriggio nella Hall dell’Ospedale “Anna Rizzoli” di Lacco Ameno non ci sia rimasto nessuno.

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E questo perché caso ha voluto che il crollo si verificasse di pomeriggio e non di mattina quando la sala d’ingresso è sempre piena zeppa di gente. Ancora una volta possiamo dire che ci è andata bene perché, diversamente, oggi staremmo qui a piangere morti e feriti.

Ma possibile che in un luogo pubblico come l’ospedale dove vi ci si reca per curarsi e stare bene, rischi di uscire chiuso in una bara di legno per il crollo di una controsoffittatura? Ma qualcuno veramente pensa di scherzare con la vita delle persone?

Quasi non bastassero le croniche problematiche che attanagliano il nosocomio lacchese, ora dobbiamo anche preoccuparci della pericolosità di parte della struttura? Com’è possibile che non sia stato previsto ed evitato il crollo di parte del solaio e della controsoffittatura della sala d’attesa? Qual è la situazione di staticità dei solai di tutti gli ambienti del “Rizzoli”?

Domande, queste, che in attesa che si faccia luce sui motivi che hanno determinato il crollo, giriamo pubblicamente a chi è deputato a far sì che pazienti ed utenti si rechino in una struttura ospedaliera sicura dal punto di vista statico, soprattutto tenuto conto che si trova in una zona a rischio sismico e dove ogni “oscillazione” potrebbe essere fatale.

L’amministrazione comunale di Lacco Ameno guidata dal sindaco Giacomo Pascale che si è resa responsabile dell’insopportabile e disumana vergogna sociale dell’installazione dei posti a pagamento per le automobili inondando l’esterno dell’ospedale di strisce blu penalizzando così utenti, malati, ricoverati e familiari.

Cosa ha fatto in questi anni con lo stesso piglio, assieme a tutti gli altri amministratori locali, per pretendere da Asl e regione una struttura ospedaliera sicura in ogni reparto, in ogni zona?

Sembra quasi un paradosso, per non dire un incubo, ma intanto che aspettiamo l’ampliamento dell’ospedale così tanto pomposamente promesso ed annunciato dal Presidente della regione Vincenzo De Luca con la posa della prima pietra, intanto che aspettiamo l’assunzione di nuovo personale sanitario che metta finalmente fine all’indegna carenza di medici e operatori sanitari.

Intanto che ci beviamo le false promesse elettorali di sindaci e rappresentanti della politica regionale, intanto che aspettiamo che il nosocomio lacchese esca dal coma profondo in cui lo ha ridotto la politica isolana, regionale e nazionale, dobbiamo anche registrare la tragedia sfiorata per l’improvviso crollo di una controsoffittatura: assurdo.

Ora quello che è necessario e che chiediamo con forza è che si individuano e si condannino immediatamente le responsabilità tecniche di quanto accaduto.

Per quanto riguarda invece le responsabilità politiche dello stato comatoso in cui versa il “Rizzoli”, beh, quelle sono facilmente individuabili e, francamente, dovrebbero essere condannate finalmente e definitivamente dagli isolani i quali non dovrebbero più dare il proprio consenso elettorale agli attuali ed ex amministratori comunali isolani, regionali e governativi, tutti accumunati dal totale interesse di governare in nome e per conto degli interessi collettivi.

Anzi, spero che così come lo siamo da decenni noi comunisti che assieme al compianto e combattivo Domenico Savio quotidianamente ci siamo sempre battuti e continuiamo a batterci affinché venga garantito a tutti il pieno diritto alla salute, gli ischitani siano finalmente anch’essi stanchi dello stato di arretratezza in cui versa l’unico ospedale pubblico dell’isola d’Ischia e la sanità isolana in generale e decida di scendere in piazza affinché venga garantito a tutti il pieno diritto alla salute.

Intanto, mi sento di ringraziare pubblicamente medici, infermieri e dipendenti amministrativi e sanitari i quali, nonostante tutto, resistono ancora sul fronte caldo del “Rizzoli” e che col loro quotidiano impegno professionale continuano a lavorare per salvare vite umane.


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