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Napoli, la Procura antimafia indaga sulle false assunzioni di migranti

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Napoli.False assunzioni di migranti: un sistema radicato che sfrutta la loro vulnerabilità
Un fenomeno diffuso in tutta Italia.

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Le indagini rivelano un sistema diffuso di false assunzioni di migranti in diverse regioni italiane, tra cui Puglia, Campania, Calabria e persino al Nord. Datori di lavoro senza scrupoli sfruttano la vulnerabilità di queste persone e il loro desiderio di ottenere un permesso di soggiorno per lucrarsi illecitamente.

Le modalità di truffa sembrano essere simili in diverse zone del Paese. I datori di lavoro promettono ai migranti la regolarizzazione del loro status in cambio di somme di denaro, spesso ingenti. Falsificando atti e documenti, attestano fittizie assunzioni e incassano illecitamente i relativi contributi statali.

Un fenomeno monitorato con attenzione, da tempo. A Napoli l’inchiesta è partita dopo aver riscontrato un elevatissimo numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il click day.

E’ stata la premier, Giorgia Meloni, a segnalare oggi questa anomalia, consegnando anche un esposto al procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo.

Numeri allarmanti e profitti illeciti

Solo in Salento, tre imprenditori sono stati arrestati per aver favorito l’immigrazione clandestina di oltre 900 migranti, guadagnando più di 1,3 milioni di euro. A Cerignola, invece, venti persone sono finite agli arresti per la falsa assunzione di braccianti agricoli, con un tariffario di 3.000 euro a migrante.

Casi non isolati: una piaga diffusa

Le inchieste aperte a Parma, Modena e in Calabria confermano che si tratta di un fenomeno diffuso e radicato, non di casi isolati. I migranti, spinti dalla disperazione e dalla speranza di un futuro migliore, diventano vittime di sfruttamento da parte di individui senza scrupoli.

L’intervento delle autorità e la denuncia della premier

Le procure di diverse città, tra cui Napoli, stanno indagando su questi illeciti. La stessa premier Giorgia Meloni ha denunciato il fenomeno inviando un esposto all’Antimafia. La Direzione nazionale antimafia ha precisato il proprio ruolo di “impulso e coordinamento” delle indagini già in corso.


Articolo pubblicato il giorno 4 Giugno 2024 - 18:49


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