Mi ha colpito molto la circostanza per cui il centrodestra a Torre Annunziata, tra l’altro guidato dall’amico Carmine Alfano, in sede di ballottaggio, abbia deciso di alzare l’asticella dello scontro ricorrendo ad argomenti del tutto estranei alla cultura di quello schieramento.
L’enfasi con cui si chiede di non votare il candidato avversario perché sostenuto da una lista amica dell’ex sindaco, già indagato per i noti fatti che hanno portato allo scioglimento, è un banale errore politico.
Innanzitutto va ricordato che quella indagine non si è ancora tradotta nemmeno in una richiesta di rinvio a giudizio, e che molti dubbi sorgono sul complessivo impianto investigativo.
Va ancora ricordato, ed è appena il caso di ripeterlo, che ogni cittadino gode della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.
Questi principi sono stati bistrattati da quella parte della sinistra giustizialista, poi emigrata nei cinque stelle, che ha fatto di queste deviazioni uno strumento di lotta politica.
Ricorrere, dunque, ancora una volta a questi argomenti significa entrare in un imbuto da cui non si esce più.
La storia di questi ultimi decenni dimostra che alla fine c’è sempre qualcuno che immagina di essere più pulito dell’altro, in una sequela di primitivi errori sociopolitici che non tengono conto della circostanza che l’uomo si è dato delle regole perché istintivamente non è portato a rispettarle, pertanto la questione non è il richiamo ad una retorica quanto stantia legalità, ma piuttosto la necessità di un codice etico che ponga al primo posto il rispetto delle regole.
E tra le regole basilari ci dovrebbe essere il rispetto dell’avversario, e la necessità di improntare il confronto sui programmi e sulle idee e non sulla demonizzazione dell’avversario, tentazione quest’ultima che, ahimè, non ha ancora disertato i banchi della politica.
La risposta del centrosinistra non si è fatta attendere, e ora è Alfano ad essere sul banco degli imputati, per fatti obiettivamente seri.
Se non comprendiamo che bisogna alzare il livello del confronto, siamo destinati, soprattutto qui al meridione, alla instabilità, alla mediocrità e ad una continua involuzione.
Elio D’Aquino
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