Gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’organigramma del clan Contini, costituito da una serie di sotto-gruppi sempre tutti sotto il controllo dei “padri fondatori” Patrizio Bosti ed Eduardo Contini.
E’ quanto emerge dalla lettura delle 370 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Carla Sarno nella quale risultano indagati 36 affiliati ed è venuta fuori la scissione del gruppo della Cittadella di Casoria con la famiglia Lucarelli al controllo.
Punti Chiave Articolo
Ai vertici della cosca oltre ai due fondatori ci sono Rita Aieta, Ettore Bosti cl. 1979, Ciro Di Carluccio, nonché da Giuseppe Ammendola, Salvatore Botta cl.1950, Antonio Aieta, Salvatore Botta, Vincenzo Tolomelli cl. 57, Nicola Rullo, Antonio Muscerino e Alfredo de Feo quali capi, promotori, organizzatori e referenti territoriali.
Nonché da Francesco Francesco quale co-dirigente del clan Contini a partire dal 2014. Per gli investigatori il clan ha il controllo delle attività illecite nei quartieri napoletani di Secondigliano, Rione Amicizia, “San Giovanniello”, “Borgo S. Antonio Abate”, Ferrovia e Vasto-Arenaccia, “Stadera- Poggioreale”.
A questi aderiscono, con precise ripartizioni di ruoli e responsabilità interne, numerosissimi altri affiliati suddivisi in plurime articolazioni, comunque facenti capo al medesimo vertice -costituito da Edoardo Contini e Patrizio Bosti e dai soggetti a essi strettamente legati, tra i quali Ciro Di Carluccio, Ettore Bosti cl. 79 e Rita Aieta- e tra loro in costante rapporto operativo e decisionale;.
Articolazioni individuate nei gruppi di seguito indicati, ciascuno diretto da uno o più “luogotenenti”:
- gruppo del “Vasto-Arenaccia” diretto da RULLO Nicola e da MUSCERINO Antonio;
gruppo del “Borgo S. Antonio Abate” diretto da AMMENDOLA Gaetano e TOLOMELLI Vincenzo cl. 57;
gruppo del “Rione Amicizia”, diretto da BOTTA Salvatore cl 50;
gruppo di “San Giovanniello”, diretto da AIETA Antonio e da DE FEO Alfredo;
gruppo dela “Stadera-Poggioreale”, diretto da DI MAURO Paolo, fino alla sua morte, dalla cui scissione è nato il gruppo della “Cittadella”.
Tutti attivi nell’ambito della sfera di influenza, indirizzo e controllo propria del dominante cartello camorristico noto come Alleanza di Secondigliano o come “il Sistema”, facente capo, oltre che alla famiglia mafiosa dei Contini, altresì alle famiglie mafiose dei Licciardi (promossa diretta ed organizzata nel tempo dapprima da Licciardi Gennaro, deceduto, in seguito ed ancora attualmente da Licciardi Vincenzo, pur detenuto, Licciardi Pietro, pur detenuto, Licciardi Maria e Teghemié Antonio, radicata nei territori cittadini e nei quartieri dove operano i rispettivi gruppi:
I quattro gruppi controllati dai Licciardi
-
- della “Masseria Cardone” diretto da ESPOSITO Renato;
del “Don Guanella”, diretto da BRUNO Antonio;
del “Rione Berlingieri”, diretto da CARELLA Luigi;
del “Vasto”, diretto da CIRELLI Gennaro e da VARRIALE Giovanni
- della “Masseria Cardone” diretto da ESPOSITO Renato;
Ciò sulla base di accordi di reciproco rispetto e strategie comuni con gli esponenti direttamente riconducibili alla famiglia mafiosa dei Contini, storicamente egemone nel quartiere Vasto) e dei Mallardo (promossa dallo stesso Francesco Mallardo congiuntamente al fratello Giuseppe Mallardo e diretta ed organizzata, nel corso del tempo, altresì da Giuseppe Dell’Aquila, Feliciano Mallardo, Francesco Napolitano, Raffaele Mallardo, Giuliano Amicone, Biagio Micillo, Domenico Pirozzi e Patrizio Picardi.
I quattro gruppi di Giugliano controllati dai Mallardo
Poi ci sono numerosissimi altri affiliati suddivisi in plurime articolazioni operanti nel territorio di Giugliano ni Campania e zone limitrofe, individuati nel
- gruppo della zona Selcione, capeggiato da Giuseppe Dell’Aquila e diretto altresì da Patrizio Picardi e Domenico Pirozzi,
gruppo dela zona San Nicola, capeggiato da Feliciano Mallardo e diretto altresì da Francesco Napolitano e da Giuliano Amicone,
gruppo della area Cumana, capeggiato da Raffaele Mallardo,
gruppo della zona di Varcaturo-Lago Patria, capeggiata da Vincenzo D’Alterno e Giuseppe Ciccarelli;
Accordi anche nei quartieri napoletani sottoposti alla egemonia del clan Contini, anche in tal caso in accordo con gli esponenti direttamente riconducibili ai Licciardi e ai Contini), nel rapporto con le quali famiglie l’associazione opera, anche mediante accordi finalizzati alla ripartizione dei proventi delle attività delittuose comuni.
E comunque attraverso la preventiva concertazione di strategie e scelte criminali di interesse comune finalizzate ad assicurare tra l’altro la conservazione e il consolidamento dei vincoli di alleanza e di cooperazione criminosa delle famiglie mafiose componenti il “cartello” (Mallardo, Licciardi, Contini) con i gruppi camorristici gravitanti nell’orbita di influenza, di indirizzo e di controllo del suddetto cartello camorristico
- Cesarano, attivo nel quartiere Rione Kennedy di Secondigliano;
Sacco Bocchetti, prima, e dei Grimaldi, poi, attivi nel quartiere di San Pietro a Patierno;
Caiazzo- Alfano, attivo nei quartieri del Vomero e dell’Arenella;
Panzuto-Frzziero, attivo nella zona di Chiaia-Mergellina;
Calone, attivo nel quartiere di Posillipo;
Vastarella, attivo nel quartiere della Sanità)
E ancora ci sono le autonome organizzazioni camorristiche legate al cartello dell’Alleanza di Secondigliano da consolidati vincoli di alleanza (quali i gruppi camorristici dei Lo Russo dei quartieri di Miano, Piscinola e Chiaiano e dei Di Lauro, di Secondigliano, dei Sautto-Ciccarelli di Caivano, dei Moccia di Afragola e dei Casalesi del territorio casertano).
E infine la cooperazione o di collegamento a fini criminosi (quali, ad esempio, la consorteria mafiosa degli Amato-Pagano di Secondigliano, Melito ed Arzano e dei Nuvoletta- Polverino di Marano di Napoli), contribuendo ciascun associato, in relazione al ruolo e ai compiti attribuiti, alla conservazione e all’accrescimento della forza intimidatrice propria del comune vincolo associativo e della diffusa condizione di assoggettamento ed omertà, interna ed esterna, che ne deriva, in funzione del perseguimento delle proprie finalità.
Il controllo delle attività economiche attraverso prestanome
In primo luogo l’affermazione del controllo egemonico sul territorio e poi
il controllo delle attività economiche (immobiliari, finanziarie, commerciali) anche attraverso la gestione, talvolta violenta e spesso monopolistica, di interi settori imprenditoriali e commerciali, effettuata sia direttamente da taluni affiliati che per il tramite di prestanome.
(nella foto da sinistra Eduardo Contini, Patrizio Bosti, Francesco Mallardo, Maria Licciardi, Rita Aieta, Ettore Bosti e Nicola Rullo; sotto sempre da sinistra Alfredo De Feo, Giuseppe Ammendola, Antonio Aieta, Antonio Muscerino, Salvatore Botta e Vincenzo Tolomelli)
Articolo pubblicato il giorno 21 Giugno 2024 - 07:18