Napoli. Un’ambulanza utilizzata per il party di inaugurazione di un negozio di abbigliamento: è uno degli episodi choc contenuti nelle oltre 480 pagine dell’ordinanza cautelare firmata del gip di Napoli Federica Coluccio, che svela il potere del clan camorristico Contini all’ospedale San Giovanni Bosco.
I fatti risalgono a marzo 2023. Un’ambulanza a sirene spiegate sfreccia lungo corso Umberto a Napoli, destinazione un negozio di nuova apertura, “Amk”. Da quel mezzo scendono gli “ospiti” d’onore: cantanti neomelodici e tiktoker, invitati per l’inaugurazione.
L’episodio è stato documentato in tutte le cronache di Napoli e siti di informazione online oltre che dal deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che denunciava l’utilizzo improprio di un’ambulanza che a sirene spiegate percorreva il corso Umberto di Napoli fermandosi in corrispondenza di un negozio.
L’indagine ha permesso di ricostruire il coinvolgimento di Gennaro Manetta, 45enne detto “Maradona”, ritenuto esponente del clan Contini con il ruolo di cassiere e addetto alla distribuzione degli stipendi (“le mesate”).
L’ordinanza ricostruisce i contatti tra Manetta e Raffaele Colella, amministratore unico di “Amk srl”. Colella, in compagnia del tiktoker Francesco Ciotola, annuncia a Manetta l’inaugurazione e gli chiede di noleggiare un’ambulanza, specificando il motivo della singolare richiesta.
Manetta si attiva per accontentare Colella, contattando Maurizio Scapolatiello, titolare della ditta di ambulanze private “Croce San Luca”. Secondo un collaboratore di giustizia, si tratta di “una ditta privata che non fa parte dell’ospedale e non potrebbe parcheggiare all’interno”, ma che il clan Contini ha favorito, “consentendole la sosta all’interno degli spazi dell’ospedale” e “offrendo appoggio all’interno del pronto soccorso”.
L’episodio dell’ambulanza è solo la punta dell’iceberg. L’ordinanza descrive un vero e proprio sistema di infiltrazioni e favori all’interno dell’ospedale, con il clan Contini che sfruttava le ambulanze per i propri interessi illeciti, creando un clima di paura e assoggettamento.
Oltre alle intercettazioni fondamentali ai fini dell’inchiesta sono state le puntuali rivelazioni dei numerosi pentiti alcuni intranei allo stesso clan Contini.
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