Caserta. Voti comprati per 50 euro durante le elezioni comunali del 2021. Questo è uno degli aspetti emersi dall’inchiesta che stamattina ha colpito il Comune di Caserta, portando all’arresto dell’assessore ai lavori pubblici, Massimiliano Marzo, di due dirigenti comunali, di un dipendente comunale e di un imprenditore.
I cinque sono stati posti agli arresti domiciliari, accusati a vario titolo di truffa, falso e corruzione riguardo all’assegnazione di alcuni appalti pubblici.
L’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta e coordinata dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, è iniziata due anni fa e riguarda lavori pubblici e appalti per la manutenzione stradale e l’illuminazione pubblica.
Secondo l’accusa, in alcuni casi, gli appalti sarebbero stati suddivisi per restare sotto la soglia di gara e favorire così gli imprenditori collusi. In cambio, questi ultimi avrebbero offerto ai funzionari pubblici vari benefici, come favori, il pagamento dell’assicurazione dell’auto o lavori edili in abitazioni private.
Inoltre, si contesta l’uso di materiali edili destinati a lavori pubblici nell’azienda di cui l’assessore indagato era comproprietario al 50%.
“Durante tutto il periodo di monitoraggio degli indagati, sono emerse collusioni finalizzate a indirizzare l’esecuzione e la gestione degli appalti in cambio di promesse o concessioni di utilità”, si legge in una nota stampa.
. Per quanto riguarda la corruzione elettorale e l’acquisto di voti, è stato chiarito in conferenza stampa che il “mercimonio di voti” non coinvolge le cinque persone agli arresti domiciliari, ma riguarda uno degli altri 14 indagati non soggetti a provvedimenti restrittivi.
L’operazione desta grande preoccupazione per la diffusione di corruzione e illegalità all’interno del Comune di Caserta. Si attendono ulteriori sviluppi dell’inchiesta.
Articolo pubblicato il giorno 13 Giugno 2024 - 14:23