Massimiliano Marzo, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Caserta, è finito agli arresti domiciliari insieme a due dirigenti, un dipendente e un imprenditore nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere per corruzione e falsità in atti pubblici.
L’indagine, iniziata durante le ultime elezioni amministrative, ha portato alla luce un presunto sistema illecito per l’assegnazione di appalti pubblici a Caserta. Secondo gli inquirenti, Marzo e i dirigenti avrebbero stretto un patto corruttivo per favorire alcune imprese, anche attraverso lo “spacchettamento” dei lavori in modo da farli rientrare sotto la soglia per l’affidamento diretto.
In cambio di favori, lavori edili gratuiti e, in un caso, anche il pagamento di un’assicurazione auto, i funzionari avrebbero predisposto atti illegittimi e falsi per pilotare l’assegnazione degli appalti alle ditte compiacenti.
Le indagini hanno inoltre accertato che, in alcuni casi, i materiali edili per i lavori pubblici venivano acquistati dall’impresa di cui Marzo era comproprietario.
Tra i lavori coinvolti nell’inchiesta figurano quelli per plessi scolastici, aree verdi pubbliche e il canile comunale. In alcuni casi, i lavori sarebbero addirittura iniziati prima della delibera di approvazione.
L’operazione, che ha visto coinvolti 14 persone tra cui altri amministratori, dipendenti comunali e imprenditori, rappresenta un duro colpo alla corruzione che attanaglia il territorio casertano.
Le accuse:
- Corruzione: l’assessore e i dirigenti avrebbero ricevuto utilità per favorire alcune imprese nell’assegnazione degli appalti.
Falsità in atti pubblici: sarebbero stati redatti atti illegittimi e falsi per pilotare l’assegnazione degli appalti.
Truffa: il Comune sarebbe stato truffato con l’acquisto di materiali edili a prezzi gonfiati.
I reati contestati:
- Articolo 328 del codice penale: corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.
Articolo 476 del codice penale: falsità in atti pubblici.
Articolo 640 del codice penale: truffa.
Le misure cautelari:
Arresti domiciliari: per l’assessore Marzo, i due dirigenti, il dipendente e l’imprenditore.
Interdizione dai pubblici uffici: per altri indagati.
Le indagini proseguono per accertare eventuali altri responsabili e per fare luce su tutti i fatti contestati.
Articolo pubblicato il giorno 13 Giugno 2024 - 12:09