Napoli. Nonostante l’ergastolo, Oscar Pecorelli, detto “o’ malomm”, continuava a dirigere i reduci del clan Lo Russo dal carcere.
Condannato all’ergastolo per omicidio, Pecorelli non ha perso il suo potere nemmeno recluso dal 2010. Le recenti indagini, infatti, hanno portato all’arresto di 19 persone e al sequestro di beni per un valore di 8 milioni di euro a 20 dei 26 indagati.
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Le indagini rivelano che Pecorelli, pur in carcere, impartiva ordini agli affiliati per riscuotere i proventi di estorsioni, utilizzati per il potenziamento del clan. A capo di tre società e una ditta individuale (pellame, bar, lavanderia, autotrasporti) e di un circolo ricreativo.
Pecorelli riciclava denaro illecito in queste attività e in beni immobili intestati a prestanome. Gli investimenti includevano anche orologi di lusso, acquistati anche all’estero (es. Dubai) con criptovalute.
L’usura era un’altra fonte di guadagno per il clan: venivano concessi prestiti a tassi usurari a imprenditori in difficoltà, con la restituzione imposta con metodi mafiosi.
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