Roma. Fratelli d’Italia e Partito Democratico si schierano contro i baby influencer e propongono una legge per vietare l’utilizzo dei social network ai minori di 16 anni.
La proposta, depositata in Senato da Lavinia Mennuni (FdI) e alla Camera da Marianna Madia (PD), ha l’obiettivo di tutelare i minori dai pericoli del web e di contrastare il fenomeno dello sfruttamento dei bambini a scopo pubblicitario.
Verifica dell’età: le piattaforme social saranno obbligate a verificare l’età degli utenti. Se l’utente è minorenne, sarà necessario il consenso di un genitore o tutore per potersi iscrivere al sito.
Niente contratti per i minorenni: i contratti con i fornitori di servizi online stipulati da minori di 16 anni saranno nulli.
Tutela dei baby influencer: la diffusione dell’immagine di un minore di 16 anni online a scopo di lucro sarà soggetta all’autorizzazione dei genitori o tutori e della direzione provinciale del lavoro. I guadagni derivanti da tali attività dovranno essere versati su un conto corrente intestato al minore e non potranno essere utilizzati dai genitori se non in casi di emergenza.
Numero verde per le segnalazioni: verrà istituito un numero verde ad hoc (114) per segnalare abusi e violazioni della legge.
Tassazione delle piattaforme: le grandi piattaforme web saranno tassate per finanziare il numero verde e altre iniziative di tutela dei minori.
Obblighi per i marchi: i marchi che utilizzano baby influencer come sponsor dovranno verificare il rispetto delle norme previste dalla legge.
Lavinia Mennuni (FdI) ha dichiarato: “In Italia bisogna agire per regolamentare l’uso dei social da parte dei giovani, per contrastare le nuove insidiose dipendenze verso contenuti violenti o di cyberpornografia”. Marianna Madia (PD) ha aggiunto: “Vogliamo offrire un contributo all’azione per tutelare la dignità dei bambini e degli adolescenti nel mondo del digitale”.
La proposta ha ricevuto il plauso di diverse associazioni che si occupano di tutela dei minori. Alcune critiche sono arrivate da esponenti del mondo del web, che temono un eccessivo controllo da parte dello Stato.
La proposta di legge è ancora in fase di discussione e dovrà essere approvata da entrambe le Camere del Parlamento. Tuttavia, l’ampio consenso bipartisan che ha raccolto fa sperare in una sua rapida approvazione.
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