Simone Isaia, il giovane condannato per il danneggiamento dell’opera d’arte “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, sembra stia lentamente ritrovando se stesso dopo il periodo trascorso dietro le sbarre. Lo dice don Franco Esposito, direttore dell’Ufficio Pastorale Carceraria della Diocesi di Napoli e cappellano del carcere di Poggioreale, che ha seguito da vicino il percorso di riabilitazione del 32enne.
Isaia, dopo essere stato condannato inizialmente a quattro anni di reclusione, ha visto la sua pena ridotta a due anni e sei mesi in appello, con il reato qualificato come danneggiamento seguito da incendio, anziché incendio doloso. La decisione più significativa è stata quella di concedere i domiciliari, permettendo a Isaia di scontare la pena in una casa di accoglienza anziché dietro le sbarre.
Il giovane, che già presentava problemi psichici, ha ricevuto l’appoggio di molte istituzioni e della società civile, tra cui spicca l’intervento dell’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, che aveva sollevato la richiesta di mitigazione della pena. Isaia è stato quindi affidato alla casa di accoglienza “Liberi di volare”, gestita dallo stesso don Franco Esposito.
Durante la presentazione della relazione annuale del garante dei detenuti della Campania, don Esposito ha parlato dei miglioramenti evidenti nel comportamento e nel benessere di Isaia. “È un ragazzo che è rinato”, ha raccontato don Esposito, sottolineando il suo impegno nelle attività e nei laboratori della casa di accoglienza, nonché il suo contributo positivo alla vita comunitaria.
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