Nell’ambito dell’impegno della Procura della Repubblica di Napoli contro l’abusivismo edilizio, un capannone abusivo di 153 metri quadrati è stato demolito a Sant’Antonio Abate, in località Casa Varone 69.
L’operazione, disposta dalla Pretura Circondariale di Napoli – Sezione Distaccata di Gragnano, ha visto la rimozione di una struttura metallica con copertura in lamiere, realizzata in zona sismica senza i necessari permessi.
La demolizione, eseguita dal proprietario in regime di autodemolizione, rappresenta un importante passo nella tutela del territorio e nel contrasto all’abusivismo edilizio.
Un deterrente contro l’illegalità
L’esecuzione delle demolizioni disposte dall’autorità giudiziaria è uno strumento fondamentale per la tutela dell’ambiente e la dissuasione di comportamenti illegali. In questo caso, la demolizione ha riguardato un abuso risalente al 1993, dimostrando l’impegno della Procura nel perseguire anche fattispecie pregresse.
L’impegno della Procura
La Procura della Repubblica di Napoli, guidata dal Procuratore Capo Leonardo Vaccaro, è fortemente impegnata nel contrasto all’abusivismo edilizio, un fenomeno che danneggia il territorio e mina la legalità. Attraverso un’incessante attività di sensibilizzazione e l’utilizzo di strumenti repressivi come le demolizioni, la Procura mira a ripristinare le condizioni di legalità e a scoraggiare comportamenti illeciti.
Un’operazione in sinergia
La demolizione del capannone abusivo a Sant’Antonio Abate è stata possibile grazie alla collaborazione tra la Procura della Repubblica di Napoli, la Pretura Circondariale di Napoli – Sezione Distaccata di Gragnano, il Comune di Sant’Antonio Abate e il proprietario del manufatto abusivo.
L’operazione dimostra l’efficacia di un lavoro sinergico tra le istituzioni per contrastare l’abusivismo edilizio e tutelare il territorio.
Articolo pubblicato il giorno 27 Maggio 2024 - 16:21