L’inchiesta sull’omicidio dell’ingegnere Salvatore Coppola, avvenuto il 12 marzo scorso a Napoli, ha registrato un importante passo avanti: è stato arrestato il presunto mandante del delitto, Gennaro Petrucci, un 73enne titolare di un negozio di vernici.
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Secondo le indagini, il movente dell’omicidio sarebbe legato a una villa con piscina che Petrucci condivide con la moglie Silvana Fucito. L’ingegnere Coppola si sarebbe aggiudicato la villa in un’asta immobiliare, e Petrucci lo riteneva responsabile di aver messo in piedi una procedura poco chiara.
Petrucci -come riportano Il Mattino e Repubblica in edicola oggi-avrebbe offerto 20mila euro a Mario De Simone, il 64enne già arrestato come presunto esecutore materiale dell’omicidio, per uccidere Coppola. De Simone, però, avrebbe ricevuto solo una parte del denaro pattuito.
Le indagini sono state condotte dai pm Sergio Raimondi, Maria Sepe e Rosa Volpe, e si basano su diverse intercettazioni telefoniche. In particolare, in una telefonata dal carcere, De Simone chiede alle figlie di parlare con “Zia Anna” per avere i soldi dell’avvocato, facendo riferimento a Petrucci. In un’altra intercettazione, il fratello di De Simone si sfoga sull’aspetto economico del delitto, chiedendosi se valesse la pena per 20mila euro.
Gli investigatori hanno inoltre accertato che Petrucci e De Simone si sono incontrati a Portici il 16 marzo, quattro giorni dopo l’omicidio. Si ipotizza che l’incontro servisse a consegnare a De Simone la restante parte del denaro pattuito.
Domani si terrà l’udienza di convalida del fermo a carico di Gennaro Petrucci. Sia lui che Mario De Simone si professano innocenti.
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