Il sequestro della nota pizzeria “Dal Presidente” di via dei Tribunali a Napoli e l’arresto di titolare, moglie, cognato, una commercialista e un poliziotto corrotto rappresentano l’epilogo di un’operazione congiunta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e della Guardia di Finanza.
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Le accuse mosse nei confronti degli indagati sono pesanti: trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dall’agevolazione del clan camorristico Contini.
Tra gli arrestati figurano Massimiliano Di Caprio, 49 anni, titolare della pizzeria, e sua moglie Deborah Capasso, 47 anni, e Vincenzo Capozzoli, 49 anni, cognato di Di Caprio e ritenuto legato al clan Contini.
Secondo gli inquirenti, la titolarità della società “La Regina dei Tribunali”, che gestisce la pizzeria, sarebbe stata fittiziamente attribuita alla donna attraverso una serie di manovre societarie. Le indagini, avviate grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ipotizzano che la pizzeria fosse in realtà controllata dal clan Contini.
Secondo la ricostruzione fornita dal collaboratore di giustizia, Di Caprio sarebbe entrato a far parte della pizzeria come socio dopo la richiesta di aiuto presentata dall’allora titolare che si era ritrovato in difficoltà economiche.
A destare particolare clamore è l’arresto di un agente di polizia, 56 anni, posto agli arresti domiciliari. L’uomo è accusato di aver favorito il rilascio di autorizzazioni e permessi per l’apertura di un nuovo esercizio commerciale, una panetteria, riconducibile a Di Caprio. Il suo presunto coinvolgimento emerge dalle indagini e dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il poliziotto avrebbe fornito la propria attiva collaborazione nella risoluzione delle questioni relative alle autorizzazioni e ai permessi necessari all’apertura di un nuovo esercizio commerciale, una panetteria, da parte di Massimiliano Di Caprio, titolare della pizzeria “Dal Presidente”.
Lo stesso agente si sarebbe interessato alla gestione della panetteria (per il personale addetto alla panificazione, per la scelta dei prodotti da utilizzare per gli impasti).
Al poliziotto la Dda di Napoli contesta l’intestazione fittizia di una società esercente l’attività di produzione e vendita di prodotti da forno: avrebbe dato un apporto economico, circa 20mila euro, per avviare il panificio oggi sequestrato dai finanzieri del Gico e avrebbe aiutato a risolvere tutte le questioni amministrative inerenti ai permessi e alle autorizzazioni per l’avvio dell’attività. Inoltre è risultato uno dei gestori occulti del panificio
L’operazione della Guardia di Finanza e della DDA rappresenta un duro colpo alla criminalità organizzata e al suo tentativo di infiltrare le attività economiche legali. Il sequestro di un locale storico come la pizzeria “Dal Presidente” e l’arresto di figure chiave del presunto schema criminoso dimostrano l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta alla camorra e al riciclaggio di denaro.
Le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità e ricostruire nel dettaglio il presunto intreccio tra la pizzeria, la panetteria e il clan camorristico.
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