Napoli. La figlia di Antonio Russo l’operaio di 63 anni di Giugliano morto due giorni fa nel cantiere della Metro di Capodichino chiede: “Dignità e verità per mio padre. Questo sterminio deve finire”. Oggi sciopero di 8 ore degli edili mentre l’inchiesta della Procura di Napoli fa i suoi primi passi.
Il pm Giuliana Giuliano, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Simona Di Monte, sta conducendo un’indagine a 360 gradi per chiarire le cause dell’incidente e accertare eventuali responsabilità.
Focus della Procura di Napoli su diversi aspetti. I vertici del consorzio stanno collaborando pienamente con gli inquirenti e fornendo loro tutti gli elementi necessari per le indagini.
Gli aspetti fondamentali dell’inchiesta sono la verifica del regime contrattuale dei tre operai coinvolti ma anche l’analisi della messa in sicurezza dei macchinari e dei mezzi di trasporto utilizzati sotto terra, con particolare attenzione al trenino deragliato.
E poi la verifica degli ultimi collaudi e degli interventi di manutenzione sul trenino con approfondimento di tutti gli aspetti relativi alla sicurezza del lavoro nel cantiere.
Gli investigatori hanno anche raccolto le testimonianze dai colleghi di lavoro e dagli operai feriti. Verifica del numero di persone presenti nel cantiere al momento dell’incidente.
e verifica del rispetto delle normative europee e dei protocolli di sicurezza da parte del consorzio a cui era stata affidata la realizzazione di un tratto di lavori.
Tra i colleghi di lavoro vige un clima di sfiducia, come spesso accade dopo tragedie sul lavoro di cui sono piene le cronache di Napoli nelle ultime settimane. Oggi otto ore di sciopero dei lavoratori impegnati nei cantieri di tutte le linee della Metropolitana di Napoli – Linea 1, 6 e 7 – e Alifana, con presidio dalle ore 10,00 presso la Prefettura di Napoli, sono state proclamate dalle organizzazioni sindacali di categoria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea CGIL di Napoli sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea CGIL di Napoli chiedono al Prefetto di Napoli “la convocazione urgente di un tavolo di crisi con la partecipazione del Sindaco di Napoli e del Presidente della Regione Campania e con tutti gli organi preposti alla vigilanza al fine di adottare misure e azioni urgenti e indifferibili su tutto il territorio di Napoli in materia di sicurezza sui luoghi del lavoro”.
“La recrudescenza delle morti e degli infortuni sul lavoro a Napoli – secondo il sindacato – ha assunto una valenza e una criticità tale che non può più essere affrontata con gli strumenti ordinari sia contrattuali che legislativi. Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil di Napoli fanno leva sulle sensibilità dichiarate dalle istituzioni sopra richiamate affinché le morti di tanti lavoratori non siano sacrifici vani”.
“Quello che ci teniamo a dire è che questo accade perché il lavoro edile non è visto come usurante, ma oltre i 60 anni non si hanno più i riflessi di un giovane, nonostante nostro padre fosse molto scrupoloso, un ottimo lavoratore, un capo cantiere di quarto livello”.
Lo ha detto alle’dizione napoletana di La Repubblica Giuseppina Russo, la figlia di Antonio. “Nostro padre non era uno sprovveduto aveva 43 anni di contributi, sempre nello stesso settore. Chiediamo solo che gli venga riconosciuta la sua dignità di grande lavoratore e faremo di tutto per far sì che questo accada. Non ci servono colpevoli, ma vogliamo, desideriamo, che la verità esca fuori, per nostro padre: un grande uomo. E questo sterminio deve finire”.
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