La cricca guidata dall’espertissimo falsario 70enne Alfredo Muoio era in grado di stampare senza sosta banconote da 50 euro perfettamente contraffatte. E stamane grazie a una operazione congiunta tra la Guardia di Finanza di Napoli e la Procura di Napoli Nord è stato sequestrato un vero e proprio tesoro di banconote false: ben 48 milioni di euro in tagli da 50 euro.
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Il blitz è scattato all’alba in un capannone del quartiere Ponticelli, dove la banda aveva allestito il suo laboratorio clandestino. I militari hanno sequestrato imponenti macchinari offset provenienti da Casavatore, in grado di stampare banconote di altissima qualità.
Oltre al capobanda Muoio, sono stati arrestati altri sei membri della banda: due abili falsari, il “vivandiere” che si occupava dei loro bisogni e teneva i contatti con Muoio, e tre autotrasportatori che avevano il compito di spostare i macchinari.
La qualità delle banconote era talmente alta da indurre il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma a ritenere che fossero riconducibili al “Napoli Group”, un cartello di falsari tra i più efficienti al mondo. Il loro prezzo di smercio era di 20 euro veri per ogni 50 euro falsi.
Da aprile scorso, i due falsari avevano vissuto praticamente in isolamento nel capannone per non interrompere la produzione. Al momento del blitz, erano in possesso di circa 80.000 fogli, ognuno dei quali ritraeva 12 banconote da 50 euro del tipo Europa.
Muoio è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Tipografo di professione, e titolare della ‘Muoiocartedagioco’ ha dedicato la sua vita alla contraffazione monetaria. Nel 2006 venne arrestato in flagranza in un capannone di Castel Volturno mentre stampava banconote false da 50 euro.
Dopo il primo arresto, Muoio ha deciso di cambiare il suo modus operandi: ha delegato la produzione a suoi “fedelissimi” rimanendo lui stesso nell’ombra. Tuttavia, questo espediente non ha ingannato i finanzieri che sono riusciti a sgominare la sua banda.
Le indagini proseguono per ricostruire la rete di distribuzione delle banconote false e per individuare eventuali altri complici. L’operazione conferma l’impegno della Guardia di Finanza nella lotta alla contraffazione, un fenomeno che rappresenta un grave danno per l’economia e per la sicurezza pubblica.
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