Alessandro Impagnatiello e la sua confessione choc oggi in aula. Il giovane barman imputato per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, ha fatto ammissioni, confessioni e rivelazioni nuove sull’omicidio della giovane originaria di sant’Antimoù
“Andrai a pranzo da mia madre in auto, in auto c’era il cadavere di Giulia”. Nel ricostruire il delitto avvenuto un anno fa a Senago, l’ex barman ha ammesso di aver acquistato un carrello per spostare il corpo senza vita della donna incinta, confessando: “Ho provato a spostare Giulia sul carrello, ma è impossibile collocare un corpo sul carrello”.
Ha inoltre raccontato di aver cercato “in più occasioni di spostare il corpo di Giulia dalla cantina al box” prima di riuscire a caricarlo in auto e abbandonarlo poco lontano dalla loro abitazione. Ha insistito che “assolutamente nessuno mi ha aiutato a uccidere o a spostare il cadavere, a mia madre e a nessuno ho svelato nulla”.
“C’era una scissione in me. Cercavo Giulia perché speravo il cellulare squillasse, come se una parte non avesse ancora realizzato quanto fosse successo, di come avessi agito senza controllo e consapevolezza”, ha detto Impagnatiello cercando di giustificare i suoi tentativi di depistaggio delle indagini nei giorni prima di essere fermato.
Ha aggiunto che “io non volevo portare nessuno da nessuna parte. Continuavo ad alimentare queste molte follie che il mio corpo ha commesso”. Ha ribadito che “assolutamente nessuno” lo ha aiutato nell’omicidio e nell’occultamento del cadavere di Giulia Tramontano.
Impagnatiello ha dettagliatamente descritto le ore successive all’omicidio davanti alla corte d’Assise di Milano. Ha confessato di aver gettato il cellulare e i documenti di Giulia in un tombino del parcheggio del McDonald’s e di essersi liberato di alcuni sacchetti contenenti prodotti utilizzati per pulire la scena del crimine.
Ha spiegato di non aver utilizzato nessun lenzuolo per coprire il divano, che non ha mostrato tracce durante le indagini. L’imputato ha ricostruito gli spostamenti del cadavere “dalla vasca al box”
“Ho utilizzato l’auto per spostare il cadavere poi nel punto dove è stato ritrovato” dopo averlo caricato nel baule “nella giornata del 30 (maggio ndr)”. “Avevo Giulia a bordo” dell’auto “quando sono andato a pranzo da mia madre”, ha spiegato alla pm Alessandra Menegazzo.
“La relazione tra noi era terminata”
Nel suo interrogatorio, Impagnatiello ha ricostruito le ultime ore della vita di Giulia, incinta di Thiago. “La relazione tra noi era terminata, quel bambino sarebbe arrivato poco dopo e io non avrei avuto modo di conoscerlo. Continuava a dirmi che questo bambino non lo avrei più visto.
Andai in doccia per ripulirmi, pensavo alla distruzione sul posto di lavoro, con Giulia, di non vedere e veder crescere questo bambino. Poi cercai di mangiare qualcosa, cercai di distrarmi con un panino, con qualcosa di pronto. Non era mia intenzione mangiare ma solo tenermi occupato. Quando io ero in cucina lei era in camera da letto, quando io uscii dalla cucina entrò lei”.
Alle 19.35 del 27 maggio 2023, “Giulia stava preparando qualcosa per sé quando sentii un piccolo lamento, si era fatta male a un dito affettando dei pomodori. Di fronte al divano, nel cassetto del mobile in basso, c’erano anche dei cerotti. Le chiesi se avesse bisogno di aiuto ma non mi rispose, glielo richiesi ancora ma continuava a non rispondermi”. È tra la sala e la cucina che Impagnatiello ha inferto con un coltello da cucina il primo colpo alla gola di Giulia.
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Articolo pubblicato il giorno 27 Maggio 2024 - 14:11