Nel libro scritto da Gino Cecchettin, padre della 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, quest’ultimo non viene mai nominato.
Il libro, intitolato ‘Cara Giulia’, è dedicato alla giovane studentessa e rappresenta “un regalo per lei. Ho voluto mettere tutta Giulia all’interno di quel libro. Lei aggiunge valore alla vita, agli amici” ha spiegato Gino Cecchettin durante Live in Milano, l’evento organizzato da Sky Tg24 a Palazzo Reale. Quanto a Filippo, ha aggiunto: “Non porto rancore, non porto rabbia, ma mi risulta difficile pensare al perdono. Ho anche io i miei limiti”.
Nonostante ciò, “con i genitori di Filippo ci siamo scambiati qualche messaggio nelle festività. Non ce l’ho con loro”. Secondo Cecchettin, non si possono giudicare i genitori per quanto accaduto.
L’unica cosa che si sente di suggerire è cercare di avere un rapporto il più possibile aperto in famiglia, “cercare di instaurare un dialogo aperto in modo che la figlia si senta libera di poter raccontare i particolari” di una storia malata “ai genitori senza remore. I genitori non li ferite – sottolinea – anzi, li aiutate. E loro devono trovare il tempo di ascoltare. E poi bisogna farsi aiutare, denunciare”.
Quanto a lui, se c’è qualcosa che si rimprovera è proprio il non aver dedicato abbastanza tempo alla famiglia a causa del lavoro. “Ho inseguito – conclude – tante chimere, cercando di diventare un bravo imprenditore, sacrificando tanto tempo. Con il senno di poi, potevo dedicare un po’ di tempo in più alla famiglia”.
Articolo pubblicato il giorno 27 Maggio 2024 - 16:28