Ci sono anche le cosche napoletane di Soccavo, del rione Traiano e dei Monti Lattari dietro il traffico di droga proveniente dell’Ecuador e che l’altro giorno hanno portato all’arresto di 16 persone tra Napoli, la provincia, Salerno e la Calabria.
Un ruolo fondamentale nell’importazione della cocaina nascosta nei carichi di banane e di ceci era quello del napoletano Enrico D’Ambrosio ex braccio destro del narcos Simone Bartimoro alleato di Raffaele Imperiale.
Ma c’è anche Giuseppe Gargiulo di Lettere sui Monti Lattari, che è finito agli arresti domiciliari e che è il fratello del più noto Ciro Gargiulo detto ‘o biondo, ucciso in un agguato di camorra a febbraio di quest’anno.
L’imponente operazione dei Carabinieri del ROS, coordinata dalla Procura di Salerno, ha portato al sequestro di oltre 1,2 tonnellate di droga e all’arresto di 16 persone per narcotraffico internazionale.
Al centro dell’organizzazione, il gruppo di trafficanti che operava tra la Colombia, la Calabria e la Campania, con ramificazioni in altre regioni italiane. L’operazione della Dda di Salerno ha portato negli ultimi due anni al sequestro di oltre 1,2 tonnellate di droga.
L’indagine ha individuato due grosse importazioni. La prima di un grosso carico di cocaina, circa 250 chili dal Sudamerica e la seconda di oltre mille chili di marijuana dal Canada.
Se nel primo caso, l’elemento operativo è stato una classica operazione di pick-up, cioè di apertura dei container e di prelevamento di borsoni che, anche autonomamente, potevano viaggiare rispetto al carico madre.
Nel secondo caso, è stata una importazione realizzata proprio con un carico di copertura, correttamente acquistato sul mercato dei cereali e dei legumi canadesi.
Per il recupero della droga dal porto di Salerno, i narcotrafficanti ricevevano un compenso variabile tra il 10% e il 20% del valore dello stupefacente, in denaro o merce.
Carmine Ferrara (60 anni): il “broker” del gruppo, capace di intessere relazioni con diverse organizzazioni criminali in tutto il territorio nazionale. Arrestato in carcere.
Franco Volpe e Cataldo Esposito: coordinavano le operazioni di “sbarco” della cocaina per conto della cosca calabrese degli Alvaro. Entrambi in carcere.
Nicola e Francesco Alvaro: discendenti diretti della cosca reggina, avevano finanziato l’importazione della cocaina.
Fortunato Marafioti e Errico D’Ambrosio
Marzo 2023: sequestro di 220 kg di cocaina nascosti in un container di banane proveniente dall’Ecuador. Destinata alla cosca Alvaro.
Aprile 2023: sequestro di oltre 1 tonnellata di marijuana occultata in un container di ceci dal Canada. Finanziata da Gargiulo e recuperata da Volpe e un altro soggetto irreperibile.
Complessivamente sono 17 gli indagati mentre 15 le misure cautelari disposte dal gip di Salerno Giandomenico D’Agostino.
Detenuti in carcere:
1. Carmine Ferrara: Promotore e organizzatore dell’associazione, nato nel 1963 e residente a Giffone Sei Casali.
2. Franco Volpe: Nato nel 1972 a Sessa Cilento, coordinatore delle operazioni di recupero della droga.
3. Cataldo Esposito: Nato nel 1951 a Pontecagnano, membro dell’associazione.
4. Salvatore Rocco: Nato nel 1969 a San Sebastiano al Vesuvio, parte dell’associazione.
5. Fortunato Marafioti: Nato nel 1981 a Casoleto, intermediario per le ‘ndrine degli Alvaro.
6. Francesco Alvaro e Nicola Alvaro: Finanziatori e acquirenti di cocaina, nati rispettivamente nel 1998 e nel 1982 a Sinopoli.
7. Errico D’Ambrosio: Uomo di fiducia degli Alvaro, nato nel 1984 a Cercola.
8. Michele Annunziata: Organizzatore di una spedizione di marijuana, nato nel 1944 e residente in Canada.
Arresti domiciliari:
9. Antonio Malafronte: Nato nel 1985 a Boscoreale, gestiva un deposito destinato a ricevere un container.
10. Michele Campanale: Nato nel 1966 a Ruvo di Puglia, implicato in furti nel Cilento.
11. Giuseppe Gargiulo: Cofinanziatore dell’importazione, nato nel 1953 a Lettere.
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