“Le carceri campane sono un’immagine impietosa della realtà detentiva italiana”, ha dichiarato Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della Campania, presentando la sua relazione annuale.
I dati snocciolati sono a dir poco sconcertanti: 7.573 detenuti a fronte di appena 5.645 posti disponibili, con un sovraffollamento che supera il 35%. Un dato ancora più preoccupante è la presenza di 2.706 persone che scontano pene inferiori ai due anni, spesso definiti “invisibili” dal sistema carcerario.
Oltre al sovraffollamento, emerge una situazione drammatica per quanto riguarda la salute dei detenuti. Più di 1.400 persone soffrono di dipendenze da sostanze stupefacenti, spesso denunciate dai loro stessi familiari.
Nonostante il lavoro del Sert di Poggioreale e Secondigliano, la situazione rimane critica, soprattutto nelle carceri dell’avellinese dove manca completamente la figura dello psichiatra. A questo si aggiunge la carenza di psicologi, psichiatri e mediatori linguistici, che contribuisce a creare un clima di tensione e frustrazione all’interno delle carceri.
“Il tasso di suicidi nelle carceri è venti volte superiore a quello della popolazione libera”, denuncia Ciambriello. Un dato che, da solo, dovrebbe bastare a spingere le autorità ad intervenire con decisione.
Il Garante punta il dito sulla magistratura e sulle direzioni carcerarie, chiedendo un maggiore impegno per gestire il sovraffollamento e migliorare le condizioni di vita dei detenuti. “Basterebbe poco”, sostiene Ciambriello, “senza bisogno di nuove leggi, per rendere le carceri luoghi più umani e meno disumani”.
La situazione descritta da Ciambriello è un’emergenza che non può più essere ignorata. È necessario un intervento immediato e concreto per garantire i diritti fondamentali dei detenuti e tutelare la salute pubblica. Non si può più restare inerti di fronte a una realtà che rappresenta una vergogna per il nostro Paese.
Articolo pubblicato il giorno 8 Maggio 2024 - 14:47 / di Cronache della Campania