È stato accolto con soddisfazione il nuovo sequestro dei beni dei fratelli Pellini, per un valore di 200 milioni di euro. I fratelli sono stati condannati con sentenza definitiva per disastro ambientale, e l’azione recente rappresenta un forte segnale di attenzione da parte della Direzione Distrettuale Antimafia, guidata dal procuratore Nicola Gratteri.
Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, e Mariano Di Palma, referente di Libera Campania, hanno commentato il provvedimento in una nota ufficiale. “Le bandiere con il principio di ‘chi inquina paga’, esposte dalle finestre e dai balconi di Acerra da cittadini e associazioni, devono diventare realtà,” affermano. Ora si chiede un’accelerazione sulla bonifica del territorio per riconquistare la fiducia delle comunità locali, che da anni attendono il risanamento delle aree devastate dall’inquinamento causato da ecocriminali e clan camorristici.
Il decreto di sequestro, emesso dalla sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura partenopea, segna un ulteriore passo avanti nella lotta contro il crimine ambientale e nella tutela della salute pubblica. La comunità di Acerra, che ha sofferto per troppo tempo a causa dell’inquinamento e della criminalità organizzata, spera che questo sequestro porti a un’immediata azione di bonifica e ripristino del territorio. “È fondamentale che le istituzioni dimostrino concretamente il loro impegno nel risanamento ambientale,” concludono Imparato e Di Palma.
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