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Ovazione per Scurati a Napoli, legge il suo monologo: “Viva Italia antifascista”

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span style="font-family: Verdana, BlinkMacSystemFont, -apple-system, 'Segoe UI', Roboto, Oxygen, Ubuntu, Cantarell, 'Open Sans', 'Helvetica Neue', sans-serif;">Antonio Scurati, ha recitato (e in parte aggiunto) a Napoli, durante l’evento Repubblica delle Idee, il monologo sul 25 aprile che avrebbe dovuto essere presentato su Rai3 da Serena Bortone. Il pubblico ha interrotto l’autore più volte con applausi.

“Il fascismo è stato, per tutta la sua esistenza storica e non solo occasionalmente alla fine, un fenomeno irrimediabile di violenza politica omicida e stragista. Non solo prima e durante la guerra, ma anche nel dopoguerra, fino agli anni ’80. Stragista”, ha sottolineato.

Giorgia Meloni “ha attribuito solo ai nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, alcuni dei quali hanno fondato il partito in cui lei ha militato da giovane”, ha continuato Scurati, rivelando che gli era stato suggerito di omettere questa parte. “Viva l’Italia antifascista”, ha gridato qualcuno dal pubblico. Scurati ha risposto: “Viva l’Italia antifascista”.

 “Quando un leader politico di tale carisma, come sicuramente è la presidente del Consiglio Meloni, che ha un seguito molto vasto, nel cui seguito da qualche parte là sotto, vista anche la storia politica da cui proviene, c’è sicuramente qualche individuo non estraneo alla violenza, probabilmente non molto equilibrato, quando il capo punta il dito contro il nemico e i giornali, o meglio i ‘giornasquadristi’ fiancheggiatori del governo ti mettono sulle prime pagine, con il titolo sotto ‘l’uomo di M.’, ti disegnano un bersaglio intorno alla faccia. Poi magari qualcuno che mira a quel bersaglio c’è. Succede, è già successo”

.

”L’ho vissuta male ieri, è duro, è faticoso, è doloroso, un privato cittadino come me, non sono un partito, o azienda o giornale, ma uno che fa il professore e padre di famiglia che legge e scrive libri, per fare lo scrittore: mi hanno chiesto un testo – lo ha fatto la tv pubblica – da leggere in occasione di una ricorrenza nazionale, scrivo un testo di fatti storici o di cronaca con una lieve impressione personale alla fine e mi ritrovo al centro di una polemica ideologica politica e attacchi denigratori che mi dipingono come un estorsore”.

Lo scrittore ha spiegato anche che la sua agenzia ha trattato un compenso in linea con quello di altri intellettuali. ”Si è perso il senso della democrazia in Italia, c’è il capo del governo che attacca un privato cittadino, che fa l’intellettuale, dando addosso alla persona con frasi e illazioni denigratorie. Un intellettuale solo contro un moloch che è il governo”, ha spiegato Scurati.

E poi ha aggiunto: ”Non ho mai gridato al lupo al lupo. Non ho mai detto che stanno tornano i fascisti, ho studiato troppo a lungo il fascismo di 100 anni per queste previsioni avventate, ma questa aggressione è forma di violenza. Il peso è schiacciante”.

”Ho raccontato le vittime troppo a lungo per pormi come una vittima, mi ha dato fastidio a dover replicare alla Presidente del consiglio, ma ho dovuto farlo dato che sono state dette delle falsità smentite dalla realtà fattuale. Si vede una volontà denigratoria, ho dovuto replicare, ma non voglio fare la vittima’‘.

“Quando diciamo che la democrazia e’ a rischio, non dobbiamo fare l’errore di pensare che il rischio o il pericolo sia domani. Dobbiamo guardarci a fianco, a volte dietro. Gli avversari della democrazia liberale, compiuta, matura, sono gia’ qui. Governano gia’ in alcuni Paesi”.

“È sbagliato e fuorviante aspettare la camicia nera, pensare che si ripresentano nuovamente. Ci sono altre forme di violenza, non fisica, ma verbale, intimidatoria, nuove forme di aggressione alla democrazia che hanno radici lontane”.

 “Non marciano su Roma, arrivano a Roma vincendo libere e democratiche elezioni”. “Non aspettate il ritorno delle squadracce fasciste, la democrazia corre rischi da parte di leader che hanno un largo seguito popolare e che ritengono superata, inetta, vecchia e corrotta la democrazia liberale così come noi l’abbiamo conosciuta – ha aggiunto -; è un’azione di erosione dall’interno attraverso gli strumenti democratici. Non marciano su Roma, arrivano a Roma vincendo libere e democratiche elezioni”.


Articolo pubblicato il giorno 21 Aprile 2024 - 18:36

Rosaria Federico

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Rosaria Federico

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