Prosegue lo sciopero della fame di Gianni Fabbris, Adriano Noviello e Sebastiano Lombardo, allevatori di bufale che da quattro giorni protestano davanti al Ministero della Salute a Roma.
Oggi, 50 pacchi di mozzarelle di bufala, donate da quattro caseifici artigianali casertani, sono stati inviati a rappresentanti di Governo, Parlamento e partiti.
Alle mozzarelle si accompagnano una lettera e dei documenti che riassumono le richieste degli allevatori e dei casari del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino.
Le principali richieste degli allevatori sono: l’adozione del decreto di nomina del Commissario Nazionale per la BRC e la TBC e un incontro con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Nella lettera, gli allevatori lanciano un appello al Governo affinché intervenga per tutelare il settore dell’allevamento della bufala, che definiscono “patrimonio nazionale”.
“Intervenite prima che vengano cancellati e fintanto che doni come questi siano ancora possibili”, scrivono gli allevatori, sottolineando anche che la transumanza è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità.
Fabbris, Noviello e Lombardo assumono solo un cappuccino al mattino e bevono acqua (Fabbris con zuccheri e integratori per poter assumere la terapia diabetica cui è sottoposto).
Lo sciopero della fame, ribadiscono gli allevatori, terminerà solo quando riceveranno risposte concrete alle loro richieste.
Oltre allo sciopero della fame, il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino ha organizzato altre iniziative di protesta.
Nei prossimi giorni, delegazioni di allevatori si recheranno dai prefetti delle regioni interessate per sollecitare le risposte del Governo.
Martedì 23 aprile, gli allevatori parteciperanno alle mobilitazioni indette dal Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani in diverse zone delle regioni coinvolte.
La protesta degli allevatori di bufale evidenzia la difficile situazione del settore, alle prese con diverse problematiche, tra cui la burocrazia eccessiva, i costi di produzione elevati e la concorrenza sleale.
Il Governo è invitato ad ascoltare le richieste degli allevatori e a trovare soluzioni concrete per tutelare un settore importante dell’economia italiana e un patrimonio culturale da preservare.
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