Bologna – Potrebbero essere i dati registrati dal sistema Scada, una sorta di “scatola nera” delle centrali idroelettriche, a fornire alcuni degli elementi chiave per chiarire le cause della tragedia di Suviana. L’esplosione di martedì ha causato la morte di sette tecnici durante lavori di collaudo.
Il sistema Scada, come confermato dall’AD di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, è già a disposizione degli inquirenti. Recuperate le salme delle vittime, le indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica di Bologna Giuseppe Amato (che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e disastro colposo), possono ora entrare nel vivo.
Da domani la centrale tornerà nella disponibilità di Enel, ad eccezione dei piani inferiori, che restano sotto sequestro e saranno oggetto di sopralluoghi e accertamenti nei prossimi giorni. Sempre nelle prossimi giorni, la procura nominerà i periti che si occuperanno delle indagini.
Il primo passo sarà individuare il punto esatto in cui è avvenuta l’esplosione che ha provocato l’incendio. Una delle ipotesi è che il fuoco sia partito dall’alternatore, una macchina di 140-150 tonnellate che ruota a 370 giri al minuto grazie a cuscinetti, l’unico punto in tutta la centrale dove è presente olio lubrificante.
Tuttavia, per il momento si tratta solo di ipotesi che dovranno essere approfondite dal pool di investigatori, che comprende anche la squadra investigativa dei vigili del fuoco e i carabinieri.
Come già annunciato dalla procura, non verranno effettuate autopsie sui corpi delle sette vittime. Sulle salme dei primi tre operai estratti senza vita dalla centrale idroelettrica di Bargi sono state invece eseguite le prime ispezioni esterne, esami post mortem (anche con TAC) ed esami tossicologici per accertare se abbiano inalato sostanze nocive.
Sulla base di questi rilievi, si ritiene che la causa della loro morte sia da ricondurre all’esplosione avvenuta all’interno dell’impianto. Per questo motivo il procuratore ha ritenuto non necessaria l’autopsia.
L’inchiesta si concentrerà anche sulla catena di appalti e subappalti che ha caratterizzato i lavori di manutenzione della centrale, per verificare se siano state rispettate tutte le normative sulla sicurezza, a cominciare dal numero di persone che potevano essere presenti contemporaneamente nella centrale e se siano state adottate tutte le misure necessarie per prevenire un simile incidente.
La procura ascolterà tutti i testimoni, a cominciare dai tecnici che erano al lavoro al momento dell’esplosione e che sono rimasti feriti.
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