Se da un lato il Rione Sanità a Napoli vive un momento di rinascita, con un miglioramento della vivibilità che contrasta con la sua nomea negativa c’è una grande ferita che riguarda il Parco San Gennaro: l’unico polmone verde del quartiere e che è negato ai suoi 32mila abitanti.
Un’area di 6500 metri quadrati, inaugurata nel 2008 come parco urbano dopo essere stata un vigneto, giace oggi nel degrado più completo. Campetto da calcio, giochi per bambini, vialetti, servizi, ulivi, rose, limoni: tutto è abbandonato.
L’ultimo sussulto di vita risale al 2017, con una parziale riapertura e la promessa di un futuro migliore. Ma il parco è presto tornato in balia di vandali e ragazzi che lo usano come unico spazio di svago. L’ultima estate ha visto un intervento di transennamento delle aree pericolanti, ma il cuore del problema resta una voragine nel terreno, legata a un’antica cisterna romana.
Un’unica struttura coperta, con bagni e potenziale per un bar o un presidio di guardiania, versa in condizioni disastrose, mentre la fontanina è senza acqua. L’ingresso carrabile è sigillato, mentre il locale per il personale è in buone condizioni.
Dal 2021, la cooperativa Crescere Insieme ha garantito una manutenzione sporadica, mentre il Comitato Parco San Gennaro, insieme al Movimento 7 Novembre, ha organizzato diverse giornate di pulizia volontaria.
Un appello al sindaco Manfredi, affinché sblocchi la situazione. I fondi ci sono: 600mila euro stanziati dalla Città Metropolitana per lavori di riqualificazione.
Le associazioni chiedono di essere coinvolte nel progetto, in quanto uniche realtà in grado di “far rivivere definitivamente il parco”. L’assimilazione di alcuni cittadini come lavoratori per la realizzazione delle strutture è una delle proposte avanzate.
La speranza è che questa volta le promesse si traducano in fatti, restituendo al Rione San Gennaro il suo polmone verde e ai suoi abitanti un luogo di socialità e svago.
Articolo pubblicato il giorno 18 Aprile 2024 - 11:49