Il Consiglio Comunale di Napoli ha approvato a maggioranza un emendamento presentato dal consigliere Gennaro Esposito (Lista Manfredi Sindaco) che introduce il salario minimo di 9 euro per gli appaltatori comunali, i concessionari e per tutti i casi in cui l’ente comunale deve autorizzare l’esercizio di attività anche commerciali.
L’emendamento, che modifica il Documento Unico di Programmazione, è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza di centrosinistra e il voto contrario delle opposizioni.
I consiglieri comunali Gennaro Esposito e Sergio D’Angelo, che hanno promosso l’emendamento, hanno espresso la loro soddisfazione per il risultato ottenuto.
“Si tratta di un atto di civiltà politica, morale e giuridica a tutela della classe dei lavoratori”, hanno dichiarato in una nota. “Napoli si allinea agli altri Comuni italiani nella tutela del lavoro e del salario minimo che consenta, come previsto dall’art. 36 della Costituzione, una vita dignitosa.”
Le opposizioni, invece, hanno espresso forte dissenso. In una nota congiunta, i gruppi di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Gruppo Maresca hanno definito il provvedimento “demagogico e inutile”.
“La clausola sociale è già prevista dal codice degli appalti”, hanno scritto, “e il costo della manodopera va già considerato secondo i contratti collettivi di riferimento.”
Le opposizioni temono che il provvedimento possa avere conseguenze negative sul bilancio del Comune e sui servizi ai cittadini.
“Da domani”, hanno concluso, “chiederemo la verifica di tutti i rapporti in corso con il Comune, a partire da quelli di custodia e vigilanza, assistenza domiciliare e terzo settore, pulizia e servizi di giardinaggio.”
L’applicazione del salario minimo è a pena di decadenza o di risoluzione. Il controllo è demandato ai responsabili del procedimento e alla polizia municipale.
Il dibattito sul salario minimo a Napoli è solo all’inizio. Le prossime settimane saranno decisive per capire come il provvedimento verrà applicato e quali saranno le sue conseguenze.
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