Il documentario “Napoli, il supervulcano che minaccia l’Europa” prodotto dalla RSI, la rete italiana della televisione svizzera, racconta con immagini ricostruite un’eruzione dei Campi Flegrei che potrebbe seppellire Napoli sotto trenta metri di cenere, senza praticamente lasciar scampo agli abitanti.
Ecco ci mancavano gli svizzeri; se fino ad oggi nelle ricerche di molti manager e professionisti locali, per rilassarsi da giornate stressanti le parole escort Chiasso oppure escort Como nel Canton Ticino godevano di trend vertiginosi, oggi le ricerche principali si rivolgono su questo tipo di informazione che prova a speculare sui timori delle persone incutendo preoccupazioni che non trovano in questo momento alcuna conferma né ordine di evacuazione.
Che i movimenti tellurici siano frequenti nessuno lo nega, ma rappresentare un’esplosione magmatica, una pioggia di ceneri roventi, morte e devastazione “inevitabili” per buona parte della Campania serve solo a infuocare il dibattito sui social e nulla di più.
Gli scienziati sottolineano che la situazione dei Campi Flegrei è sotto stretto monitoraggio e che, sebbene l’esplosione di un supervulcano sia un evento possibile, non è possibile prevederne con certezza il momento o la gravità.
“Il rischio di un’eruzione catastrofica esiste, ma è importante evitare il panico e basarsi su dati scientifici”, ha dichiarato un vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). “Dobbiamo essere preparati, ma non dobbiamo vivere con la paura costante di una catastrofe imminente”.
Il reportage, come dicevamo, si avvale delle parole di esperti e di animazioni grafiche suggestive che mostrano Piazza del Plebiscito in fiamme, nubi nere che avvolgono la città. Primi piani di un paesaggio che dal centro città scende verso il mare con una pioggia di cenere e lapilli su ogni quartiere portando solo vittime e grandi distruzioni.
Secondo la ricostruzione, i Campi Flegrei rappresentano una “enorme pentola in ebollizione” che “incombe su tutto il sud Italia”, non solo su Napoli. “Alcuni scienziati ritengono che i Campi Flegrei siano responsabili persino della scomparsa dell’uomo di Neanderthal”, si afferma, e “40 mila anni dopo ci sono segnali di risveglio. La catastrofe potrebbe avvenire in qualsiasi momento”.
Le immagini e le parole del reportage hanno acceso un vivace dibattito online, con parecchi utenti che hanno espresso preoccupazione criticando principalmente l’approccio sensazionalistico del documentario. Insomma cari svizzeri, sul prossimo documentario da produrre tornate a valutare “cose di casa vostra”. Con affetto!!!
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