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Famiglia napoletana risarcita con 1 milione di euro per morte da epatite C dopo trasfusione

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Una sentenza storica della Corte di Cassazione ha condannato l’Ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina al risarcimento di oltre un milione di euro ai familiari di un paziente deceduto a causa di epatite C contratta dopo una trasfusione di sangue infetto.

Il paziente, sottoposto a un intervento chirurgico di emicolectomia destra, aveva ricevuto una trasfusione di sangue contaminato con il virus HCV. Nonostante le iniziali decisioni sfavorevoli del Tribunale di Palermo e della Corte d’Appello che avevano ritenuto il diritto al risarcimento prescritto, la famiglia non si è arresa e ha continuato a combattere per ottenere giustizia.

La Corte di Cassazione ha ribaltato le precedenti sentenze, riconoscendo che la prescrizione non decorre dal momento del fatto lesivo, ma dal momento in cui si manifesta la patologia, in questo caso dopo circa vent’anni dalla trasfusione.

Un risarcimento importante e un precedente fondamentale:

Oltre al riconoscimento dell’indennità prevista dalla legge per i soggetti colpiti da sangue infetto, la famiglia ha ottenuto un risarcimento di oltre un milione di euro. Questa sentenza rappresenta un importante precedente per la tutela dei diritti dei pazienti e per la responsabilizzazione delle strutture sanitarie nel garantire un trattamento sicuro e conforme agli standard medici più elevati.

Lo studio Associati Maior – Studio Legale e Medico Legale, insieme allo studio legale Carrara, ha rappresentato con impegno e dedizione gli interessi dei familiari della vittima, ottenendo un risultato significativo che porta giustizia alla vittima e alla sua famiglia.


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