Il clan Mazzarella a Napoli aveva stabilito un “pizzo a piacere” per una banda di falsari, smantellata dai carabinieri e dalla Procura. La banda, che generava enormi profitti per la camorra, pagava la tangente decidendo autonomamente la percentuale e la data di pagamento, a differenza del normale “pizzo” che viene pagato a Natale, Pasqua e Ferragosto.
Questo è emerso dalle indagini che hanno coinvolto anche Europol ed Eurojust e che hanno portato all’esecuzione di 63 provvedimenti cautelari emessi dal gip di Napoli su richiesta della Procura Antimafia.
Nelle 138 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Rosamaria De Lellis vengono delineati tutti i ruoli del gruppo di falsari.
Nel ruolo di capo, promotore e organizzatore vi era Domenico Filadoro che aveva il suo centro operativo nella zona denominata “n ‘gop e mur” (situata nel quartiere Mercato Pendino), notoriamente sottoposta all’egemonia dell ‘associazione di stampo camorristico “Mazzarella”, alla quale corrispondevano costantemente ed in forma libera somme di denaro incassati con il traffico di banconote false.
Domenico Filadoro, impartiva direttive in ordine alla vendita e messa in circolazione delle banconote contraffatte che aveva luogo presso il locale terraneo sito in Napoli vico Vetriera Vecchia 21, concesso in locazione da Calise Orsola, nonché presso il locale adibito ad associazione religiosa “Santa Maria dell ‘Arco Gioia Lourdes” sito in Napoli via Beato Gerardo 10, gestito da Castello Gennaro, e presso il locale adibito ad attività commerciale di generi alimentari, gestito da Federico Teresa, sito in Napoli via Beato Gerardo 10 ed infine, all’esterno e all ‘interno del bar Vigilante, gestito da Vigilante Salvatore, sito in Napoli IV traversa Garibaldi.
Lo stesso prendeva parte in prima persona all’attvità di smercio e vendita delle banconote false in molte occasioni, nonché sceglieva i luoghi dove la valuta contraffatta veniva custodita e manteneva relazioni con i fornitori e gli acquirenti delle banconote false e, comunque impartiva ogni tipo di ordine per la conduzione della menzionata attività illecita.
Poi vi erano Ciro Di Napoli e Luigi Castello, in qualità di organizzatori, curavano in prima persona le trattative con i soggetti acquirenti, la materiale vendita e messa in circolazione della valuta falsa.
E ancora Ciro Muro, Luigi Carriola e Assunta Caiazzo, nella qualità di partecipi, si occupavano della materiale messa in circolazione della valuta falsa, prelevando le banconote contraffatte presso i luoghi di custodia per consegnarla, nei luoghi stabiliti dagli organizzatori, direttamente ai soggetti acquirenti.
Orsola Calise faceva da vedetta
Poi Orsola Calise, in qualità di partecipe, concedeva in affitto il terraneo di vico Vetriera Vecchia n. 21, adoperandosi altresì anche come “vedetta” per dare l’allarme ai sodali in caso di presenza delle forze dell’ordine nonché provvedendo alla custodia de/le banconote false.
Rosario Minauda, Teresa Federico, Gennaro Castello ed Espedito Mazzocchi, nella qualità di partecipi, custodivano, presso le rispettive abitazioni e comunque nei luoghi sopra menzionati di cui avevano la diretta disponibilità, per canto del sodalizio, le banconote false, adoperandosi all’occorrenza per la materiale cessione della valuta falsa.
Enrico Filadoro e Raffaele Filadoro, in qualità di partecipi si adoperavano, il primo, per la pulizia del locale terraneo di vico Vetriera Vecchia n. 21 e per la materiale consegna della valuta falsa e, il secondo, nel ricoprire il ruolo di “vedetta “, nonché nello “spostamento” della valuta falsa.
Il ruolo del bar Vigilante
Salvatore Vigilante, nella qualità di concorrente esterno, consentiva l’accesso e la successiva messa in circolazione delle banconote false da parte dei membri de! sodalizio all’interno della sua attività commerciale per la somministrazione di cibo e bevande denominato bar Vigilante.
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Articolo pubblicato il giorno 8 Aprile 2024 - 20:29