La Procura di Napoli ha richiesto e ottenuto la fissazione dell’udienza preliminare per capi e affiliati della temibile cosca con base al rione Monte Rosa e al lotto Sc3.
Il 6 giugno prossimo, 41 imputati saranno chiamati a rispondere di pesanti accuse: associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, spaccio ed estorsione.
Il clan Abbinante imponeva il pizzo ai commercianti del rione Monte Rosa, obbligandoli ad acquistare la merce da imprenditori scelti dal sodalizio, i quali a loro volta dovevano pagare il clan per il privilegio dell’esclusiva.
Gli affiliati consideravano il rione Monterosa come “casa nostra”, dove tutto doveva passare al vaglio del clan “per il rispetto della famiglia”.
Con i capi detenuti, le redini dell’organizzazione erano nelle mani di Arcangelo Abbinante e Francesco Abbinante, figli di Guido, mentre Salvatore Mari, ritenuto colui che ha ricostituito la piazza di spaccio del lotto Sc3, era l’organizzatore delle piazze di spaccio.
Dalle intercettazioni – come riportato da Il Roma – è emerso che gli esponenti dei gruppi Abbinante ed Esposito, storicamente un’unica cosca, utilizzavano il loro nome per incutere timore.
Le roccaforti del clan erano il rione Monterosa, l’Ises e la zona della “33”.
Oltre a Francesco Abbinante e Salvatore Mari, all’appello manca ancora Alessio Cuomo.
Tra i difensori degli imputati figurano gli avvocati Leopoldo Perone, Domenico Dello Iacono, Luigi Poziello, Dario Carmine Procentese, Luca Mottola, Carlo Ercolino e Vittorio Giaquinto.
Articolo pubblicato il giorno 30 Aprile 2024 - 21:03 / di Cronache della Campania