Il bonus ristrutturazione 2024 è un’opportunità per chi vuole ristrutturare casa e allo stesso tempo desidera risparmiare. Consente infatti di recuperare una parte consistente della spesa. Ovviamente, l’accesso al bonus è vincolato ad alcuni requisiti particolari. Alcuni di questi riguardano il richiedente, altri riguardano l’abitazione, altri ancora riguardano gli interventi medesimi.
Ne parliamo qui, dando spazio alle ultime notizie sul Bonus Ristrutturazione per il 2024, spiegando come funzione, come si accede, le condizioni a cui è vincolato.
Punti Chiave Articolo
Come funziona il bonus ristrutturazione 2024
Il bonus ristrutturazione è, di fatto, un’agevolazione fiscale rivolta a chi si appresta a eseguire interventi di ristrutturazione o di manutenzione straordinaria per un immobile di sua proprietà.
L’iniziativa si inserisce nel solco dei bonus edilizi, che da molti anni a questa parte permettono di intervenire sugli immobili e allo stesso tempo godere di un risparmio considerevole.
Il meccanismo con cui è possibile fruire dei bonus è semplice. Si eseguono i lavori, si paga quanto dovuto, si trasforma parte della spesa in credito di imposta, da scontare sull’IRPEF anno dopo anno.
Di base, il bonus ristrutturazione permette di portare in detrazione il 36% della spesa. Tuttavia, chi realizza gli interventi (e quindi inoltra la domanda) entro il 31 dicembre 2024 ha diritto a una detrazione del 50%. L’orizzonte temporale, invece, è sempre lo stesso: 10 anni. In buona sostanza, il richiedente divide la spesa detraibile in dieci quote, e porta ciascuna di esse in detrazione anno dopo anno.
Il meccanismo della detrazione, ovvero della trasformazione della spesa in credito d’imposta, è molto comodo. Tuttavia, reca in nuce alcune limitazioni. Il semplice fatto che la detrazione riguardi l’IRPEF esclude in un colpo solo alcune categorie. Un esempio? I professionisti in regime forfettario, che rendono allo stato un’imposta sostitutiva.
Quali sono gli interventi ammessi
Come già accennato, il bonus ristrutturazione riguarda gli interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria. Di questa categoria fanno parte molti interventi, anche molto diversi tra di loro ma che si contraddistinguono per alcuni elementi in comune: coinvolgono come minimo la planimetria, se non addirittura la volumetria e gli elementi strutturali; richiedono dei titoli abilitativi (i classici permessi) per poter essere realizzati, esulando così dal concetto di edilizia libera.
Ecco i principali interventi ammissibili al bonus ristrutturazione 2024.
- Modifiche sostanziali a porte e finestre;
- Interventi sugli impianti che modificano il disegno originario;
- Interventi conservativi;
- Interventi di consolidamento antisismico;
- Rifacimento di scale e rampe;
- Installazione di ascensori;
- Rifacimento del tetto;
- Costruzione di box;
- Come richiederlo;
- Realizzazione di verande;
- Creazione di tramezzi;
- Abbattimento di pareti interne non portanti (tramezzi).
Altri bonus riguardano generi di interventi più specifici, con finalità particolari. Il meccanismo è lo stesso, a cambiare però sono le porzioni di spesa che si possono portare in detrazione e l’orizzonte temporale.
Per esempio, il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche consente di portare in detrazione il 75% della spesa nel giro di cinque anni. L’Ecobonus consente di portare in detrazione il 65%, anch’esso nel giro di cinque anni e coinvolge gli interventi che consentono un miglioramento della classe di efficienza energetica.
Molto interessante è anche il Sismabonus, che copre gli interventi di consolidamento antisismico e permette di detrarre una spesa superiore al 70%, ma variabile in base ad alcune condizioni (cambio di classe, presenza di condominio etc.).
Fino a poco tempo fa era ammesso il Super Bonus, che consentiva una detrazione del 110%. Esso coinvolgeva in particolare l’installazione del cappotto ternico esterno, anche se era possibile associare altri interventi di portata minore.
Come richiederlo
La richiesta diaccesso al bonus ristrutturazione 2024 non è esattamente un gioco da ragazzi. Per questo motivo, è necessario il supporto di un tecnico. Ad ogni modo, essa avviene mediante l’inoltro della domanda all’ENEA, che è l’ente deputato alla gestione delle richieste di agevolazione (e non solo).
La domanda dev’essere corredata da alcuni documenti che riguardano il richiedente, l’abitazione e gli interventi. Ovviamente, devono essere allegati anche le prove di pagamenti, ossia i bonifici parlanti. Ciascun bonifico, infatti, deve contenere in causale i riferimenti alla legge che disciplina l’agevolazione fiscale e deve descrivere in maniera sintetica ma pressoché completa i servizi e le prestazioni che giustificano il pagamento.
Articolo pubblicato il giorno 21 Aprile 2024 - 15:04