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I baby boss dei Quartieri Spagnoli volevano emulare la Paranza dei bambini

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Controlli a tappeto, perquisizioni con il volto coperto da un passamontagna, fermi di persone e veicoli come se fossero posti di blocco delle forze dell’ordine, un check point della camorra insomma. Erano i metodi utilizzati dai tre baby camorristi arrestati ieri dalla Squadra Mobile per imporre il loro potere nella zona di Vico Lungo San Matteo, ai Quartieri Spagnoli.

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A guidarli era Dylan Di Biasi figlio di Renato, boss storico della famiglia dei “Faiano”. L’obiettivo era chiaro: scalare i vertici della criminalità organizzata locale, emulando i metodi dei clan e soprattutto la tristemente famosa Paranza dei bambini del baby boss Emanuele Sibillo. Un’escalation di violenza culminata nel ferimento di Vincenzo Masiello, detto cucù reggente dell’omonimo clan, nel 2022.

Le indagini della Squadra Mobile di Napoli, coordinate dalla Procura della Repubblica e dalla Procura per i Minorenni, hanno portato all’arresto dei tre giovani. Oltre a Dylan Di Biasi in carcere sono finiti Vittorio Sorriente e un 18enne, A.M., all’epoca dei fatti minorenne. Nell’inchiesta compare anche Antonio Mucci detto “Anthony”, 21enne, al momento detenuto in Spagna per aver rapinato un Rolex e indagato per l’omicidio dell’innocente musicista Giovanbattista Cutolo.

A loro carico diverse accuse: lesioni personali, porto e detenzione di armi da fuoco, violenza privata, rapina, tutte aggravate dalle modalità mafiose.

Il gruppo, molto probabilmente, si era formato attorno al figlio del boss del clan Di Biasi, che negli anni ’90 controllava la zona. Con il padre in carcere, il figlio avrebbe cercato di affermarsi e di espandere il proprio potere, utilizzando metodi intimidatori e violenti.

Nonostante le perquisizioni e i fermi illegali, nessuno aveva mai denunciato nulla. Nemmeno le vittime delle perquisizioni o lo stesso Masiello, prima picchiato e poi ferito alle gambe a colpi di pistola la sera del 5 novembre del 2022, dopo l’agguato si era fatto curare privatamente.

Ma l’agguato era stato ripreso dalle telecamere di una sala giochi e le immagini erano stati acquisiti dalla Squadra Mobile. Masiello, esponente della famiglia criminale che controlla la zona di largo Baracche, convocato in Questura si mostrò reticente. Ma per alcune notti seguenti in quella zona ci sono state numerose stese.

Ora le indagini della Squadra Mobile e della Dda mirano a scoprire gli altri complici e gli altri partecipanti al gruppo dei baby criminali. Si cercano prove concrete e riscontri alle indagini.

(nella foto da sinistra  Dylan Di Biasi, Vittorio Sortente, Antonio Mucci e Vincenzo Masiello)


Articolo pubblicato il giorno 18 Aprile 2024 - 07:30


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