Venerdì 12 aprile ore 21.00 debutta sul palco del Teatro Civico 14 Alfonsina – Non puoi fermare il vento con le mani, primo studio di uno spettacolo che vedrà la sua forma definitiva nella prossima stagione del teatro casertano.
La storia, scritta da Marilena Lucente, è quella della prima e unica donna che, esattamente cento anni fa, riuscì a partecipare al Giro d’Italia. Non era mai accaduto prima, tanto che per farla stare nell’elenco dei corridori le tolsero l’ultima vocale del nome: Alfonsina divenne Alfonsin. Lo spettacolo, prodotto da Mutamenti/Teatro Civico 14 e Piccola Città Teatro, è interpretato da Anna Bocchino con la regia di Roberto Solofria.
Replica sabato 13 aprile ore 20.00 e domenica 14 aprile ore 18.00. Costo del biglietto 12 euro (intero); 10 euro (ridotto) per under 30 e over 65 acquistabili anche sul sito http://www.teatrocivico14.it
Alfonsin Strada avrebbe corso la gara più dura e difficile di sempre – oltre tremila chilometri – in dodici giorni, insieme a un centinaio di uomini. Nessuno riusciva a credere in questa impresa impossibile. Quel sogno, però, ne aveva fatto di strada. Alfonsina aveva appena dieci anni quando vide per la prima volta una bicicletta. Naturalmente non poteva avvicinarsi, perché era una bambina. Aspettò la notte per salirci sopra. Le strade bianche sembravano disegnate con il gesso che usava la maestra per scrivere alla lavagna. In verità Alfonsina smise presto di studiare: era brava, ma troppo povera per la scuola di quegli anni. Solo il desiderio di correre in bicicletta non ci fu verso di toglierglielo dalla testa e dal piccolo paese dove era nata raggiunse il mondo: corse su strada, velodromi, piste. E con la stessa determinazione con cui ha vissuto il ciclismo ha affrontato i drammi, e sono stati tanti, che hanno segnato la sua esistenza. Alfonsina non vinse il Giro d’Italia, ma riuscì a completarlo, con una corsa epica e faticosa. Un risultato straordinario.
Alfonsina, donna combattiva e visionaria, che ha vissuto sulla pelle tante trasformazioni del nostro Paese, è stata artefice in prima persona di un grande cambiamento. Qualcuno l’ha definita una “suffragette a pedali”, protagonista dell’emancipazione femminile grazie allo sport. Negli ultimi anni della sua vita, il suo nome sembrava non dire più niente a nessuno, ma ha continuato a correre in bicicletta sotto i tendoni del circo, ancora a sfidare se stessa e il mondo. Ancora e sempre con la sua passione, perché “non si può fermare il vento con le mani”.
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