Nel gennaio del 2024 la casa editrice Macabor ha pubblicato un florilegio critico intitolato “Luce cariata dall’avvenire”.
È un’indagine corale sulla poesia di Giovanni Ibello, 34enne autore partenopeo che Milo De Angelis ha definito “il più antico dei giovani poeti”. L’opera curata da Carlo Ragliani è quasi tutta incentrata sul lavoro più significativo del poeta, “Dialoghi con Amin” (Crocetti-Idee editoriali Feltrinelli, 2022). Il titolo che viene dato a libro è suggestivo e metaforicamente forte: “Luce cariata dall’avvenire”.
E rappresenta – come sottolinea Ragliani nell’introduzione – “non tanto un’ipotesi futuribile di annichilimento, quanto una radiazione erosa priva della capacità di scaldare e di vivificare; che abita completamente – nella sua incapacità ravvivante – una poesia tanto lontana dalla prosopopea della quotidianità e dalle maschere della convenienza, quanto vicina alla rovina del tempo ed alla disappartenenza. Il canto di Ibello è un oracolo paradossale in ultima istanza, una vox clamantis in deserto, piagata dall’assurdo di frapporsi sia al nulla perpetuo, che alla completezza del dolore del l’esistenza. Un grido che avvoca a sé tutte le scaglie sofferenti di queste nostre miserie manifestandone l’intera, e sfigurata, reliquia – morte su morte, vita su vita”.
Hanno collaborato a questo volume: Emanuele Canzaniello, Sonia Caporossi, Federico Carrera, Nella Cazzador, Marta Celio, Luca Cenacchi, Fernando Della Posta, Federico Migliorati, Francesco Napoli, Lorenzo Pataro, Alfredo Rienzi, Pietro Romano, Silvano Trevisani.
Dopo aver vinto il prestigioso premio Lerici Pea, “il premio letterario più antico d’Europa” (per stessa ammissione del patron Francesco Napoli al TG Rai Liguria dello scorso 10 giugno), lo scrittore napoletano prosegue il suo percorso di crescita e si consacra con un volume di saggi interamente dedicato alla sua opera in versi, ad Amin e a… al mito di Diego Armando Maradona.
Articolo pubblicato il giorno 11 Marzo 2024 - 11:30